Dal Cts prima bocciatura per De Luca: "Non è la scuola a trainare i contagi"
L'epidemiologo Grego: "Su 59 riunioni sul tema, i dieci membri hanno sempre raggiunto unanimità su scuola in presenza"
10-01-2022 | di Redazione
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In attesa del Tar, da Roma arriva la prima bocciatura per De Luca. Donato Greco, infettivologo e epidemiologo, membro del Comitato tecnico scientifico, in un'intervista a la Repubblica boccia il provvedimento della Regione Campania. "Non è la scuola a trainare i contagi. Il Cts si era espresso sulla scuola "altre volte in passato, sottolineando che non è la scuola a trainare il contagio" e anche oggi "forse ridiremmo la stessa cosa. Il Cts ha sposato la linea del governo: fare tutto il possibile per tenere aperte le scuole".
"Su 59 riunioni, noi 10 membri alla fine abbiamo sempre raggiunto l'unanimità. Non è poco" sottolinea. Rispetto all'impatto della scuola sui contagi, "tutti gli anni, da decenni, le vacanze natalizie facevano precipitare la curva di incidenza dell'influenza - ricorda - quest'anno le scuole sono state chiuse il 22 dicembre e quella tendenza non si è vista con il Covid, che al contrario è esploso - aggiunge - la sospensione scolastica quindi è stata ininfluente. Allora perché privare bambini della scuola?".
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Ci potranno essere più contagi "ma in parte saranno dovuti a questa frenesia degli screening scolastici, quelli fatti con il salivare, scientificamente insulsa". L'obbligo vaccinale per gli over 50 sarà utile "anche se ogni obbligo è la sconfitta delle politiche di salute pubblica, che dovrebbero far sì che la prevenzione sia scelta con convinzione dai cittadini. Adesso però non c'è un'altra strada, abbiamo oltre 5 milioni di non vaccinati che, ancora a causa della Delta, sostengono il ricovero". Limitare l'obbligo agli over 50 "basta per arginare la pressione ospedaliera, non della diffusione del virus che invece è sostenuta da giovani e bambini. Si tratta di una soluzione intermedia rispetto all'obbligo totale". Questo virus "ha forte stagionalità, ma aumentando le vaccinazioni ai ritmi con i quali stiamo procedendo, tra un paio di settimane i suscettibili si ridurranno". Le Asl non riescono più a fare il tracciamento, "con questi numeri non è pensabile".
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