Essere insegnante ai tempi del covid richiede competenze extra-ordinarie. Siamo stati chiamati, al pari dei ragazzi, ad uscire dalla nostra zona di comfort, inventandoci una didattica fatta su misura, così da rendere parimenti efficace e stimolante l’esperienza di apprendimento per gli alunni. Non basta adempiere ai doveri ministeriali, ma urge confrontarsi con le conseguenze disastrose che la pandemia ha sortito riguardo la loro motivazione, il malessere psicologico, l’apatia che la mancanza di relazione umana ha provocato” – le parole della Dott.ssa Rosa Guida, che opera sul territorio stabiese e peninsulare come insegnate e psicoterapeuta.

È una vera e propria emergenza quella a cui stiamo assistendo, un fenomeno prepotente dinanzi al quale nessuno può chiudere gli occhi. I nuovi stili di insegnamento e i rinnovati paradigmi, stanno generando una dispersione scolastica.

"È un fenomeno complesso, non bisogna dare per scontato le cause che spingono un alunno ad interrompere il proprio percorso di studi - continua - È necessario attivare una rete di supporto intorno all’alunno coinvolgendo i familiari, i caregivers, il gruppo classe e tutte le figure che possono aiutare il ragazzo a non sentirsi solo e ad uscire dall’impasse in cui verte”.

Ragazzi impauriti o forse più semplicemente spaesati. È difficile reagire, trovare la propria strada, ma non è impossibile uscire da questa spirale, è questo forse il messaggio più importante da trasmettere.

Bisogna rispettare queste fragilità, maneggiarle con cura nei limiti delle competenze che si posseggono. Spesso i docenti non hanno gli strumenti per affrontare le criticità del mondo emotivo dell’alunno, in questi casi è importante riconoscersi un limite e indirizzare il ragazzo verso chi ha le competenze necessarie per aiutarlo. È fondamentale, ai fini della cura, che l’insegnante si accorga di queste fragilità, spesso nascoste o dissimulate dall’alunno e ciò è possibile solo puntando sulla relazione unica che si costruisce in classe. L’alunno non rappresenta un cognome sul registro, ma è una persona diversa da tutte le altre, con una storia di cui tener conto in un particolare momento del suo ciclo di vita” – conclude.

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