Droga dall'Olanda, l'Antimafia chiede tre secoli di carcere per i narcos di Torre Annunziata
La rotta era gestita dal boss pentito Imperiale, fiumi di cocaina per le piazze di spaccio dell'area vesuviana
06-09-2023 | di Redazione
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L’Antimafia chiede tre secoli di carcere per i narcos di Torre Annunziata responsabili, secondo l’accusa, di avere inondato di cocaina le piazze di spaccio dell’area vesuviana. Dietro il giro di droga il boss di Castellammare Raffaele Imperiale, oggi diventato collaboratore di giustizia.
Ivana Fulcro, Pubblico Ministero della Procura Antimafia di Napoli, ha chiesto condanne pesantissime per i 19 imputati a processo. 285 anni e 6 mesi di reclusione, quasi tre secoli di carcere. Chieste le pene più alte (20 anni di reclusione a testa) per Francesco De Simone, Francesco Maresca, Mario Iovene e Salvatore Onda. Quest’ultimo, ex calciatore del Savoia nella stagione 2010/2021, è il figlio di Umberto, killer del clan Gionta. Secondo l’Antimafia sarebbero proprio loro i capi dell’organizzazione criminale che si occupava di importare la cocaina dall’Olanda.
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All’interno del gruppo anche Mario Criscuolo, Vincenzo Iovene, Umberto Tozzi, Paolo Baggio e Sabatino Pinto, per i quali è stata richiesta una condanna a 18 anni di reclusione. 15 anni di carcere per Antonio Iovene, Alessandro Canfora e Antonio Varese e 12 anni per Carmine Balzano, Angela Antille, Rosa Volonnino, Giuseppe Degiacomi e Vittorio Nappi. Richieste più lievi per Francesco Iovene (6 anni) e Marianna Cangiano (3 anni e 6 mesi). Infine chiesta l’assoluzione per Rosaria Pagano. I 19 imputati hanno scelto di essere tutti processati con il rito abbreviato.
Adesso toccherà ai difensori Porcelli, De Martino, Iorio e De Luca smontare il teorema accusatorio dell’Antimafia. Il Pubblico Ministero, nel corso della requisitoria, ha ricostruito la storia dell’organizzazione criminale. La svolta nell’inchiesta, condotta dalla Guardia di Finanza, arrivò lo scorso novembre. Gli inquirenti, sulle tracce dei narcos, sequestrarono un carico con 120 chili di cocaina importata dall’Olanda. A capo dell’organizzazione, secondo l’Antimafia, c’era Francesco De Simone, esponente dei quagli quagli. Era lui a gestire i grossi quantitativi di droga grazie ad una ditta di trasporti veneta con sede in Slovacchia.
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