Giudizio immediato per i cinque pusher della droga della stupro. Tra questi anche Rosa Trunfio, l’ormai ex responsabile dell’hub vaccini di Boscotrecase.

Il prossimo 18 gennaio compariranno dinanzi al giudice per stabilire la verità sul giro di droga dello stupro ricostruito dai pm della Procura di Roma. La droga veniva consegnata dopo ordinazioni giunte su whatsapp, direttamente a casa, anche presso palazzi del centro storico della Capitale, con corrieri travestiti da rider anche durante il lockdown. Tra i clienti anche personaggi della “Roma bene”.

Gli investigatori dell’Arma, che a ottobre hanno arrestato 39 persone, hanno ripercorso proprio a Roma il tragitto che a partire dal 2019 ma anche negli ultimi mesi segue la marea di stupefacente liquido prodotto in laboratorio approdata a più riprese anche in alcuni locali notturni frequentati da vip, come il «Frutta e Verdura» a San Paolo: qui il gip Roberto Saulino, che ha firmato le ordinanze di custodia cautelare in carcere e ai domiciliari, ha individuato uno dei centri di spaccio, gestiti da Danny Beccaria, con la complice Clarissa Capone e la dentista napoletana Rosa Trunfio. A lei era stato affidato il controllo della stanza degli abbracci del Sant’Anna-Madonna della Neve e anche l’hub vaccinale situato all’interno della palestra dell’IC Cardinal Prisco di Boscotrecase.

Con loro anche Gennaro Quasto, peraltro beneficiario del reddito di cittadinanza, oltre che dei cospicui incassi derivanti dalla vendita dello stupefacente. Sono gli stessi che, secondo i carabinieri, avevano agganciato clienti del calibro del “senatore” o anche “il politico”, “quello che abita lì, davanti alla Corte di Cassazione, sul lungotevere”, ma anche di un sacerdote, così come conduttori radiofonici ed appartenenti alle forze dell’ordine.


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