Gragnano sempre più un caso nazionale. La marcia di avvicinamento alle elezioni amministrative procede a ritmo sostenuto. A meno di 48 ore dalla chiusura delle liste, da Napoli è arrivato il dietrofront del Partito Democratico che impone il veto all’utilizzo del logo a sostegno di Paolo Cimmino.

Due le liste in bilico, quella del Movimento 5 Stelle e quella del Pd, che probabilmente si presenterà con una lista “Gragnano democratica”. L’ipotesi più probabile prevede l’accorpamento nelle altre civiche della coalizione.

Ad ospitare gli “orfani” del Pd la lista Cimmino Sindaco, mentre i grillini dovrebbero essere smistati nelle altre civiche. Una riorganizzazione al fotofinish che rischia di ingarbugliare sempre più l’ammucchiata Cimmino. Il sindaco uscente, così come riporta anche Metropolis, è di nuovo al lavoro per riorganizzare non solo le civiche ma anche i capolista.

La marcia indietro del Pd segue quella di qualche settimana fa di una parte del Meet up locale. Una spaccatura dovuta all’accordo fatto dalla deputata Teresa Manzo e dal consigliere regionale Luigi Cirillo con Paolo Cimmino. Una stretta di mano non digerita dalla maggior parte degli attivisti che negli ultimi anni non hanno mai appoggiato non solo il Cimmino ma anche chi ora lo affronta nella corsa al voto, ovvero Nello D’Auria. Il nodo era sempre Forza Italia, inserita nella larga intesa che ha generato malumore diffuso e che ora ha avviato una risistemazione degli equilibri in vista della presentazione delle liste.

Un equilibrio che deve essere trovato entro le ore 12 di sabato 4 settembre quando le liste verranno consegnate in comune.

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