Nunzio Ariano resta in carcere. Il Tribunale del Riesame ha rigettato la richiesta dei domiciliari. L’avvocato difensore Francesco De Gregorio aveva chiesto i domiciliari a Castel di Sangro. La decisione dei giudici è arrivata ieri in tarda serata, sostenendo la tesi dell’accusa secondo la quale c’è il pericolo di reiterazione del reato e di inquinamento delle prove. Anche se le motivazioni verranno depositate tra un mese, la notizia rappresenta una bomba per l’amministrazione Ascione e per la politica torrese, a poche ore di distanza da un consiglio comunale infuocato che si terrà questa mattina nella sede di via Provinciale Schiti.

La posizione dell’ingegnere si fa sempre più complicata: ieri mattina infatti le fiamme gialle hanno effettuato una nuova perquisizione nella sua abitazione. Sono stati trovati documenti e lettere ritenute “compromettenti”. Così gli inquirenti hanno definito questo nuovo materiale. La convinzione è che la “Mazzetta delle Sette Scogliere” non sia stato un caso isolato, come ha sostenuto Ariano in sede di confessione. La regola del 10% alla quale si fa riferimento nelle registrazioni fa pensare ad un sistema strutturato che va oltre il caso scoperto il 28 dicembre.

Se in quei documenti ci siano o meno nomi di imprenditori o politici locali, questo al momento non è dato sapere. Su questo gli inquirenti non dicono nulla. Quello che è certo è che la politica locale trema e la conferma del carcere per Ariano è una pessima notizia per il sindaco Ascione.

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