Ha chiesto gli arresti domiciliari fuori dalla Campania

E' attesa per domani la decisione del tribunale del Riesame sulla scarcerazione di Nunzio Ariano. L'ex dirigente dell'ufficio tecnico comunale di Torre Annunziata ha intascato una mazzetta di 10 mila euro come “premio” per un appalto da 200mila euro affidato alla ditta “Supino Group” di Napoli. Secondo il pm Moccia, che ha assistito all'udienza, non esistono ancora i presupposti per una sua eventuale scarcerazione. Il timore che possa inquinare prove determinanti resta. Di qui la richiesta di tenerlo ancora dietro le sbarre.

Dal carcere di Poggioreale Ariano ha provato a spiegare le sue ragioni, cercando di ottenere una misura cautelare meno restrittiva. L’ingegnere, difeso dall’avvocato Francesco De Gregorio, ha chiesto gli arresti domiciliari a Castel di Sangro, luogo in cui Ariano ha una casa di proprietà. Lontano dal comune in cui è stato a capo dell'ufficio più strategico: quello da cui passavano appalti e autorità.

Nella giornata di domani è prevista la decisione del Gip Fiorentino. Finora il giudice ha respinto ogni richiesta, ritenendo concreto il pericolo di inquinamento probatorio da parte di Ariano. Nel frattempo le indagini continuano in maniera serrata. Sotto la lente d’ingrandimento tutti gli atti che riguardano direttamente l’ex dirigente dell’ufficio tecnico comunale di Torre Annunziata. Gli inquirenti temono che la mazzetta delle “sette scogliere sia solo la punta di un iceberg che non è stato ancora scoperto del tutto.

 

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