Incandidabilità, Ascione e i suoi fedelissimi manovrati da Onda: 'Era il nipote del boss a comandare'
I Giudici di Torre Annunziata hanno accolto il ricorso del Ministero dell'Interno: 'Amministratori deboli e inadeguati'
12-05-2023 | di Rosanna Salvi
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Un patto criminale per distruggere Torre Annunziata. Ad un anno dallo scioglimento per infiltrazioni mafiose arriva la sentenza dei Giudici del Tribunale Oplontino. L’ex sindaco Vincenzo Ascione e sei fedelissimi (Rocco Manzo, Giuseppe Raiola, Giocchino Langella, Luigi Ammendola, Maria Oriunto e Luisa Refuto) esclusi dalla vita politica per cinque anni. Dal sistema Ariano al sodalizio con Salvatore Onda. Stavolta il crimine non ha dovuto utilizzare le maniere forti per penetrare negli uffici comunali, sono stati gli stessi amministratori ad aprire le porte.
Le indagini a 360 gradi degli inquirenti hanno consentito di ricostruire il rapporto tra Salvatore Onda e Vincenzo Ascione. Sarebbe stato proprio questo sodalizio tra i due a dare il colpo di grazia all’amministrazione oplontina. Il nipote del boss Umberto, sicario dei Gionta, era un mero dipendente della Prima Vera e non ha mai rivestito nessun ruolo né amministrativo nè politico. Eppure, era costantemente in contatto con sindaco e consiglieri. Inoltre, veniva spesso interpellato in merito all’individuazione delle ditte e alle aggiudicazioni degli appalti su cui era chiamato a deliberare il Consiglio Comunale.
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Nelle 27 pagine della sentenza con cui i giudici del Tribunale di Torre Annunziata hanno confermato l’incandidabilità per l'ex sindaco di Torre Annunziata e sei politici sono messe nero su bianco le motivazioni che hanno portato sia allo scioglimento che alla sentenza in questione.
Fari puntati sul ruolo di Salvatore Onda all'interno dell'Amministrazione Comunale, considerato il punto di congiunzione tra la camorra e la politica locale. Secondo i giudici del Tribunale Oplontino "il comportamento complessivo del Sindaco, del Presidente del consiglio, degli assessori e consiglieri comunali, evidenza una chiara soggezione rispetto alle iniziative del predetto Onda, che questi ultimi provvedevano ad informare e coinvolgere nella gestione dell’ente e sulla cui intermediazione facevano affidamento per la risoluzione dei problemi di tenuta della maggioranza".
Un'ingerenza emersa anche dalle numerose intercettazioni telefoniche tra l'impiegato della Prima Vera e l'ex vicesindaco Ammendola. “Le conversazioni captate dimostrano chiaramente sia il rapporto esistente fra i due, sia il ruolo nevralgico assunto dall’Onda tanto per quel che concerne le scelte di indirizzo politico che per quanto concerne gli equilibri della maggioranza. In una telefonata, ad esempio, Onda si offre di far eleggere alla presidenza della commissione viabilità, una persona di gradimento o comunque “utile” al vicesindaco (persona da individuarsi nella cognata, Oriunto Maria, già consigliere comunale".
Le motivazioni della sentenza di incandidabilità per i 7 politici non sono che una puntuale ricostruzione di una delle pagine più buie per Torre Annunziata. A scrivere questo capitolo, fatto di omertà e soggezione alla criminalità, è stato proprio l'ex sindaco Vincenzo Ascione.
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