Dall’adolescenza trascorsa nei quartieri a rischio agli incontri di pugilato sui ring più prestigiosi del mondo. Dopo il trionfo ai mondiali di boxe femminile, Irma Testa si racconta al ‘Corriere del Sera’ senza filtri. La butterfly oplontina – diventata il simbolo di Torre Annunziata - esorta i giovani a restare attaccati ai banchi di scuola e, soprattutto, a tenersi alla larga dalla delinquenza. Il racconto di Irma è un’amara analisi del tessuto socio-culturale dell’area vesuviana, tuttora dominato dalla dispersione scolastica.

"Non avevo né sogni né grandi ambizioni e nemmeno poster di idoli appesi in cameretta. Sono entrata in palestra a 12 anni: da quel momento l’obiettivo è stato diventare una pugile professionista e mantenermi con il mio sport. - dichiara Irma Testa al Corriere Della Sera - Non ero una studentessa modello, pochissime femmine continuano gli studi a Torre Annunziata: molte si fermano alle medie, quando hanno già un fidanzatino che poi sposeranno e con cui faranno subito figli, sperando che lui non finisca arrestato. Sembra un film, invece è tutto vero".

Le parole di Irma Testa trovano riscontro nel dossier da brivido pubblicato dall'Ambito 30. Se negli anni scolastici dal 2016 al 2019 il numero degli alunni frequentanti le scuole primarie e secondarie di I e II grado segnalati per inadempienza si aggirava intorno ai 100/150, nell’ultimo anno scolastico 2020/2021 sono saliti a quasi 300, pari al 4.2%.

Da noi non ci sono tante possibilità per i giovani. O vieni da una famiglia perbene e benestante, che ti fa studiare, ma se hai i genitori assenti perché devono lavorare dalla mattina alla sera è difficile prendere strade che ti portino lontano – spiega Irma - Io ho avuto il maestro Lucio Zurlo, che ha sostituito i miei. Sono entrata in palestra, mi sono subito divertita, non ne sono più uscita. A 14 anni, in Nazionale, è arrivata la proposta: vuoi trasferirti ad Assisi? Quando non hai nulla, è tutto più facile. Anche mamma mi ha dato un calcio nel sedere: vai, scappa, tu che puoi".

Ma le insidie di Torre Annunziata non hanno intrappolato Irma Testa. La butterfly oplontina ha trovato nel pugilato la sua ancora di salvezza. Sul ring, gancio dopo gancio, è riuscita a scrivere in breve tempo la storia della boxe femminile. Fondamentale il supporto del maestro Lucio Zurlo e di suo figlio Biagio, al fianco della pugile in ogni traguardo. "Irma è determinata a staccare il pass per le Olimpiadi di Parigi. - Siamo orgogliosi di lei e saremo sempre al suo fianco. A soli 25 anni è la più titolata di tutte, e pensare che quando ha iniziato c'era chi considerava mio padre solo un visionario. Ad oggi le medaglie parlano chiaro: è Irma è la più forte di tutte - dichiara il maestro Biagio Zurlo - Sono fiero di lei perchè è la prova vivente che anche se cresci in un quartiere a rischio ce la puoi fare.

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