Sempre maggiore e preoccupante è la frequenza nella cronaca quotidiana di casi di violenze ai danni delle donne, sino a morirne nella maggior parte dei casi. E di tanto ciascuno di noi deve farsi carico interrogandosi sulle cause intimamente connesse ad un fenomeno dilagante che non si può e deve ignorare.
Nessun femminicidio fu più annunciato di quello di Enza Avino, 36 anni, braccata e uccisa dall'uomo che diceva di amarla. La storia della giovanissima mamma di Terzigno, uccisa dopo aver lasciato la caserma dei carabinieri per l'ennesima denuncia, il 14 settembre 2015. Nunzio Annunziata, quello che doveva essere il suo amore, l’ha seguita con l'auto fino alla farmacia di via Fiume, dove la costringe a fermarsi tagliandole la strada e le scarica addosso una pioggia di proiettili. Enza si accasciò sull'asfalto, morì dopo una notte di agonia all’ospedale di Sarno. Per Annunziata, la corsa finì il giorno dopo quando venne catturato, dopo una notte di ricerche tra Sarno, Striano, davanti a una scuola di Poggiomarino e condannato a 30 anni di carcere con rito abbreviato.
Altro caso che ha sconvolto una comunità è quello di Immacolata Villani, uccisa dall’ex marito il 19 marzo 2018 all’esterno di una scuola di Terzigno, poco dopo aver accompagnato la figlia. Venne avvicinata dall’uomo, Pasquale Vitiello, che le ha intimato di scendere dall’auto. D’improvviso, un colpo di pistola, poi il panico, le urla, la gente che ha tentato di mettersi al riparo, inconsapevole di quello che stesse accadendo. Sull’asfalto resta il corpo senza vita di Imma. Secondo gli inquirenti quel colpo di pistola sarebbe stato esploso a distanza ravvicinata dal marito. Lo sparo al termine di una discussione. L’ennesima, visto che Imma, come tutti la chiamavano, da qualche giorno era tornata a vivere con suo padre, stanca dei maltrattamenti subiti tra le mura domestiche. Si era armata di coraggio presentandosi alla Caserma dei Carabinieri del comune vesuviano per denunciare le prepotenze subite dal marito e dalla suocera che, a sua volta, aveva presentato una controdenuncia. Da qualche giorno era andata a vivere a casa del padre assieme alla figlia, forse temendo che potesse accaderle qualcosa. Nell’appartamento di Vitiello furono trovate 20 lettere scritte a mano in cui denunciava il suo istinto omicida. Le ricerche sono proseguite fino alle prime ore del mattino del giorno dopo quando, dopo aver setacciato palmo a palmo il territorio vesuviano, Pasquale Vitiello venne ritrovato senza vita in una zona a ridosso del Vesuvio, tra la pineta di via vecchia Campitelli e via Zabatta.
Uccisa a coltellate, invece fu Vincenza Tuorto. La donna, 63enne di Saviano, fu ammazzata all’interno del parcheggio di un supermercato di Somma Vesuviana il 16 luglio 2021. Il marito della vittima si presentò qualche ora dopo ai Carabinieri di Ottaviano ammettendo il delitto, compiuto perché convinto che la moglie intrattenesse una relazione extraconiugale, con un 46enne, ferito a sua volta ma in modo non letale.
“Fai schifo, ti devi vergognare. Non ti perdonerò mai”. E’ il grido di dolore della sorella di Pellegrino Reibaldi, un ex docente in pensione. Nel pomeriggio del 15 dicembre 2021 l’uomo uccise con quattro colpi di pistola Maria Baran, la badante ucraina di 67 anni che si prendeva cura di lui e di sua sorella. “Scusatemi, ho perso la testa”, disse più volte quel giorno. E’ stato condannato in primo grado a 14 anni di carcere.
Sempre maggiore e preoccupante è la frequenza nella cronaca quotidiana di casi di violenze ai danni delle donne, sino a morirne nella maggior parte dei casi. E di tanto ciascuno di noi deve farsi carico interrogandosi sulle cause intimamente connesse ad un fenomeno dilagante che non si pu&ogr...
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