“Francuccio presto si pentirà e farà i nomi dei mandanti dell’omicidio di Matilde Sorrentino”. Francuccio è Francesco Tamarisco, l’uomo accusato proprio di essere la mente di quell’efferato omicidio. A dirlo è il pentito Michele Luppo: è stato lui a raccontare la conversazione avuta con Matteo Palumbo (ora deceduto) dopo l’arresto di Alfredo Gallo, l’uomo che ha premuto il grilletto uccidendo Mamma Coraggio.

LE PAROLE DI LUPPO. “Hai visto che ha fatto fare (Francuccio, ndr)? L’hanno fatta ammazzare”, avrebbe detto Palumbo a Luppo, il quale ha ricostruito la dinamica dei rapporti immediatamente successivi all’assassinio della giovane mamma, responsabile di aver denunciato gli abusi sessuali nei confronti del figlio nella scuola del Rione Poverelli di Torre Annunziata.

Circa un’ora e mezza di udienza in cui il pm Pierpaolo Filippelli ha ricostruito insieme a Luppo, 43enne di Torre Annunziata, appartenente al clan Gallo Cavalieri, il modus operandi di Francesco Tamarisco. Palumbo era uno degli esponenti di spicco del clan Gallo Cavalieri e non poteva non sapere quanto accadeva in città. Tamarisco, secondo quanto raccontato in aula dal collaboratore di giustizia, avrebbe anche provato a sviare le colpe di quegli orrori al Rione Poverelli, senza però riuscirci, finendo per essere additato egli stesso, agli occhi dei clan, come responsabile dell’omicidio di Matilde Sorrentino.

L’OMICIDIO. La donna fu uccisa sull’uscio di casa il 26 marzo del 2004 con diversi colpi di pistola. Matilde Sorrentino con le sue denunce aveva rotto il muro di silenzio e omertà intorno ad una delle vicende criminali più tragiche avvenute a Torre Annunziata, ovvero l’abuso sistematico e lo stupro di diversi bambini a opera di una organizzazione di pedofili attiva nel quartiere dei Poverelli. Le immediate indagini consentirono di individuare l’autore materiale dell’omicidio, il pregiudicato Alfredo Gallo, classe 1978. Gallo che aveva materialmente premuto il grilletto contro Matilde Sorrentino venne arrestato il 30 aprile del 2004 dai Carabinieri della Compagnia di Torre Annunziata e successivamente condannato all’ergastolo in via definitiva.

Nel corso dell’udienza ha parlato anche un altro pentito: Giuseppe Pellegrino. L’uomo, 43enne di Torre del Greco, ha iniziato a collaborare dal 2016 da uomo libero poi da detenuto sotto suggerimento della moglie, minacciandolo di non fagli vedere più i figli. Ha raccontato di una conversazione con lo stesso Tamarisco, presente anch’egli in videoconferenza. Braccia conserte, nessuna smorfia, ma attento a tutto quello che hanno raccontato i due in aula.

LE PAROLE DI PELLEGRINO. “Francesco Tamarisco – ha raccontato Pellegrino - si lamentava di avere troppe spese. E tra queste c’erano i 500 euro al mese per Alfredo Gallo, ma non conosco il motivo”. Tutti elementi che verranno chiariti nel corso della prossima seduta, in programma il 21 gennaio 2020, data in cui verrà effettuato anche il controesame ai due pentiti.

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