Matilde Sorrentino. Soldi in cambio del silenzio, familiari del killer negano tutto
I parenti di Alfredo Gallo respingono accuse sui pagamenti per la morte di mamma coraggio: “Denaro per lavori in nero”
28-01-2021 | di Marco De Rosa

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Soldi in cambio di morte e silenzio, i familiari del killer smentiscono i pentiti.
Nuovo capitolo nel processo sulla morte di Matilde Sorrentino. Dopo che numerosi pentiti hanno raccontato dei 40mila euro che Francesco Tamarisco avrebbe dato ad Alfredo Gallo per uccidere Mamma Coraggio, sono intervenuti i parenti. Se da una parte il maggiore Antonio Bagarolo, allora in servizio a Torre Annunziata, ha riferito in aula che a pagare Alfredo Gallo fu Tamarisco tramite i familiari, gli stessi familiari hanno rispedito le accuse al mittente.
L’OMICIDIO. La donna fu uccisa sull’uscio di casa il 26 marzo 2004 con diversi colpi di pistola. Matilde Sorrentino con le sue denunce aveva rotto il muro di silenzio e omertà intorno ad una delle vicende criminali più tragiche avvenute a Torre Annunziata, ovvero l’abuso sistematico e lo stupro di diversi bambini (tra i quali suo figlio) a opera di una organizzazione di pedofili attiva nel quartiere dei Poverelli.
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L’UDIENZA. Presso la Corte d’Assise di Napoli sotto la lente d’ingrandimento ci sono stati i soldi portati dai familiari di Gallo in carcere, dal 2004 al 2017. Più di 40mila euro, troppi secondo quanto dichiarato dal maggiore Bagarolo. Analizzati in aula gli accertamenti patrimoniali sulla famiglia Gallo, dai quali è emerso che non avevano una forza economica tale da versare ad Alfredo Gallo tutto quel denaro. I familiari invece in aula hanno negato di aver ricevuto i soldi dai Tamarisco. Hanno ribadito che le entrate documentate e corrisposte a Gallo in carcere sono frutto di incassi per lavori in nero svolti nel corso degli anni.
Dichiarazioni che non convincono l’accusa. Il pm Pierpaolo Filippelli nella prossima udienza, in programma a metà febbraio, ritornerà sull’argomento, chiamando a testimoniare altri testi di polizia giudiziaria.
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