“Che gioia questo scudetto. Una cosa che non si può spiegare. E ieri a Boscoreale è stata per noi festa doppia, per merito di mio padre, che ha avuto la straordinaria idea di chiamarmi come il Dio del calcio”.

Lui si chiama Diego Armando Maradona, ma non stiamo parlando del calciatore più bravo di tutti i tempi, ma del suo omonimo di Boscoreale. Infatti si chiama proprio così, Diego Armando Maradona Mollica, un ragazzo boschese che porta nel suo nome l’idolo di sempre e per sempre.

E ora che il suo Napoli ha vinto il suo terzo scudetto, stenta a prendere coscienza dell’impresa fatta dai partenopei quest’anno. Una squadra capace di incantare tutti per il suo gioco e per una consapevolezza dei propri mezzi finalmente acquisita.

“Io penso che nella storia si sia visto raramente uno scudetto come questo sotto tutti i punti di vista – ha spiegato Diego - per tecnica di gioco, meritocrazia, compattezza di squadra. Un Napoli fantastico, unico dominante e le sensazioni credo non si possano spiegare a parole. Penso che per il prossimo mese avrò un magone allo stomaco ogni qual volta se ne parlerà. Una gioia davvero incontenibile per la città, costretta ogni giorno a vivere pressioni sociali negative. Ora dobbiamo goderci un riscatto atteso 33 anni”.

Saranno giorni di grande festa. Ma Diego ha preferito godersi da lontano questi festeggiamenti: “Non sono un amante della folla e della baldoria, preferisco restarmene a casa e godermi lo spettacolo. Ciò non toglie che, appena si calmeranno un po' le acque, andrò a Largo Maradona ai Quartieri Spagnoli per vivere emozioni ancora più intense ancora una volta, per respirare l’aria dello scudetto in quel luogo magico”.

Una magia iniziata ieri, unita a doppio filo con la vittoria del Napoli. Già perché il 4 maggio non è un giorno qualunque. Non è solo la data dello scudetto, ma anche quella del compleanno del padre, Antonio, “artefice” e responsabile del nome dato a suo figlio. Un nome ingombrante: “Per noi sarà una data ancor più memorabile. Da grande tifoso quale è, non avrebbe potuto ricevere regalo migliore dal suo Napoli”.


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