“Dopo 13 anni siamo ancora qui a cercare verità e giustizia. Non sono stanca, ma mi faccio tenerezza perché mi ritrovo da sola”.

Carmela Sermino continua a non darsi pace per la scomparsa di suo marito, in quel 31 dicembre di 13 anni fa in cui un proiettile pose fine alla sua vita. Giuseppe, un giovane carrozziere, secondo sua moglie fu vittima di camorra.

Decine di persone hanno assistito alla cerimonia organizzata dal comando di Polizia Municipale per ricordare Giuseppe Veropalumbo, ucciso in circostanze ancora oscure.

Le indagini per risalire agli autori del gesto, però, sono state archiviate. Nonostante una pistola, nonostante tre nomi di possibili responsabili, nonostante le dichiarazioni di un pentito. “Non mi sento protetta dallo Stato, perché dopo 13 anni lotto ancora per ricordare mio marito – ha continuato Carmela. Ringrazio il comune di Torre Annunziata, la Protezione Civile e i Vigili Urbani che ogni anno si impegnano per onorare la sua memoria”.

Un po’ di stanchezza la avverte, ma non si dà per vinta: “Mi faccio tenerezza – ha concluso malinconicamente Carmela Sermino -. Non ho avuto tempo per pensare alla morte di Peppe. Sono stata catapultata in un mondo che non è mio. Questo è ingiusto e spero che lo Stato intervenga in maniera forte e concreta per riconoscere Giuseppe come vittima innocente di camorra”.

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