Pompei. La protesta dei precari degli scavi: “In bilico da 10 anni”
Sindacati in rivolta contro il Ministero e Parco Archeologico: “Più assunzioni e internalizzazioni”
21-01-2021 | di Marco De Rosa

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Più assunzioni e meno precarietà agli scavi di Pompei.
E’ la richiesta dei sindacati che hanno chiesto un incontro con la direzione degli scavi di Pompei per sciogliere alcuni dubbi riguardanti il futuro dei lavoratori e la gestione del parco archeologico.
Nei mesi scorsi è stata forte la protesta per il mancato pagamento della cassa integrazione di decine di lavoratori. Solo dopo mesi di attese e manifestazioni si è giunti alla boccata d’ossigeno sugli stipendi arretrati.
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Ma non basta. Il sindacato Cobas Lavoro Privato ha chiesto chiarimenti sulla carenza di personale alle dipendenze del Mibact, così come evidenziato dallo stesso consiglio superiore dei Beni Culturali. Altro nodo focale è “la ricerca – ha spiegato il referente Domenico Quintavalle - da parte del ministero, attraverso i Centri per l'Impiego, per l'assunzione di disoccupati di lungo corso e in possesso della licenza media addetti alle stesse attività di accoglienza e vigilanza del Parco Archeologico svolte dal personale alle dipendenze dell'intestata società. Il tutto nonostante il fatto che, per le medesime mansioni, siano da decenni stati impiegati sempre lavoratori in possesso di diploma di scuola superiore o di laurea”.
Ma c’è dell’altro: “Chiediamo di internalizzare presso il Mibact i lavoratori dipendenti dell'intestata società addetti da almeno 10 anni ai servizi e alle attività all'interno del Parco Archeologico di Pompei”.
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