Processo Cerrato, dai video spariti ai vuoti di memoria: condanne lievi ai testimoni dell’omicidio di Maurizio
Il Giudice ha riconosciuto le attenuanti, pena inferiore ad un anno per Marco Salvi e i fratelli Savarese
26-04-2023 | di Rosanna Salvi
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Dai video spariti ai vuoti di memoria: condanne lievi ai testimoni dell'omicidio di Maurizio Cerrato, il 61enne barbaramente ucciso il 19 aprile 2021 in via IV Novembre dopo una lite per un parcheggio. Il Giudice Riccardo Sena ha riconosciuto le varie attenuanti. Pena inferiore ad un anno per i fratelli Savarese e Marco Salvi.
I fratelli Savarese. Nove mesi per Pierluigi Savarese e sette mesi per suo fratello Alessandro. Ai titolari del Max Garage, a processo per favoreggiamento e occultamento delle prove, sono state riconosciute le varie attenuanti. Alessandro e Pierluigi cancellarono rispettivamente le immagini dell’omicidio e l’app di videosorveglianza sotto pressione di Giorgio Scaramella. Il raid punitivo contro Maurizio Cerrato avvenne proprio nell'autorimessa gestita da Pierluigi. Il Giudice Riccardo Sena, emessa la sentenza, ha disposto la sospensione condizionale della pena per entrambi.
Marco Salvi. Dopo la requisitoria del Pubblico Ministero è arrivata la condanna anche per Marco Salvi, l’ex datore di lavoro di Maria Adriana Cerrato presente sulla scena del crimine. A processo per favoreggiamento è stato condannato anche lui, come Pierluigi Savarese, a nove mesi. Anche in questo caso è stata disposta la sospensione condizionale della pena. Salvi fu presente durante tutte le fasi della spedizione punitiva contro Maurizio. Come da lui ammesso, lo shock psicologico causato dall'avere assistito all'assassinio del 61enne gli impedì di fornire immediatamente un racconto dettagliato dei fatti di sangue verificatisi all'interno del Max Garage. Vuoti di memoria che non hanno convinto il Pubblico Ministero che nel corso della requisitoria ha definito l'ex datore di lavoro di Maria Adriana reticente e contraddittorio.
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Rosa e Giorgio Scaramella aggredirono e minacciarono Maria Adriana durante la prima fase del raid punitivo contro Maurizio Cerrato. Come specificato dalla Pm Moccia durante la requisitoria i due entrarono nel Max Garage con l’intento di portare a termine propositi vendicativi nei confronti dei Cerrato. Una violenza inaudita scaturita solo perché Maria Adriana aveva spostato la sedia che occupava illecitamente il "loro" posto auto. Riconosciuta la colpevolezza per lesioni personali aggravate sono stati entrambi condannati dal Giudice Sena. Un anno e sei mesi per Rosa Scaramella e un anno e dieci mesi per suo fratello Giorgio. Quest’ultimo, che dovrà scontare 23 anni di carcere per l’omicidio di Maurizio, aggiunge l’ennesima condanna al suo palmares criminale.
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