Processo Cerrato, la PM Moccia: “Sono tornati nel garage per uccidere, meritano l’ergastolo”
In cinque ore di requisitoria ripercorsa l’escalation di violenza finita con la coltellata al cuore di Maurizio
07-03-2023 | di Marco De Rosa
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“Hanno agito con la chiara volontà di uccidere. Per questo meritano l’ergastolo”. E’ la conclusione del pm Giuliana Moccia che ha chiesto il carcere a vita per le quattro belve di Torre Annunziata che il 19 aprile 2021 uccisero con una coltellata al cuore Maurizio Cerrato.
In poco più di cinque ore è stata ricostruita “l’escalation di violenza” cominciata con una sedia spostata per parcheggiare un’auto e terminata con una coltellata. Un unico fendente che non ha lasciato scampo all’ex custode degli scavi di Pompei, deceduto poco dopo. Visibilmente commosse la vedova, Tania Sorrentino e sua figlia Maria Adriana, quando il pm mostra le immagini della follia omicida. Sullo schermo scorrono i frame della videosorveglianza, quei pochi recuperati dalla cache del telefono di uno dei fratelli Savarese, titolari dell’autorimessa teatro della tragedia.
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Nessuno spazio per alibi e tentativi di depistaggio delle indagini. “Cerrato, dopo essere stato accerchiato, non ha avuto la minima possibilità di difendersi – ha ribadito in aula il pm - Sul suo corpo non sono state trovate altre lesioni e i tentativi effettuati dagli imputati allo scopo di alleggerire le loro posizioni, sono state inequivocabilmente sconfessate dalle immagini della videosorveglianza. In particolare, Giorgio Scaramella ha ordito la trama, mostrandosi come dominus dell’azione delittuosa, poi ha scaricato ogni colpa su Antonio Cirillo, sopportando perfino il peso dell’ingiusta detenzione di Antonio Venditto, rimasto per tre mesi in carcere. Con uno dei responsabili della tragedia, Francesco Cirillo, che per tutto il tempo, fino all’arresto, è rimasto nell’ombra”.
Un piano che si è esteso anche ai giorni successivi alla tragedia, “con le pressioni dello stesso Scaramella nei confronti dei fratelli Savarese, testimoni oculari di tutta la vicenda. Tutto questo – ha concluso il pm - mi impone di ritenere che i fatti siano provati oltre ogni ragionevole dubbio e siano da qualificarsi in termini di concorso in omicidio volontario. Provata inoltre l’aggravante dei futili motivi, chiedo per tutti e quattro gli imputati la pena dell’ergastolo”.
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