“Negli incontri avuti presso gli uffici di Adolfo Greco non si gestivano le gerarchie dei clan, ma erano i clan stessi che cercavano di imporre il pizzo”. E’ la tesi sostenuta dai legali di Adolfo Greco.

Nel corso dell’udienza di oggi al tribunale di Torre Annunziata, è stato chiamato a deporre l’Ispettore capo Carmine Mascolo del Nucleo Investigativo di Castellammare di Stabia. E’ stato lui a seguire tutte le indagini sul re del latte durate circa 4 anni.

Dopo che i periti Verde e Porto hanno chiesto e ottenuto altri due mesi di tempo per la completa trascrizione delle intercettazioni telefoniche effettuate nel corso delle indagini, a tenere bando è stato il collegio difensivo di Greco: dal loro punto di vista non sono emersi particolari riscontri sulla connivenza con i clan stabiesi e dei Monti Lattari. In particolare, “nelle intercettazioni telefoniche non c’è nessuna prova di affari avvenuti tra Greco e la camorra locale. Nessun summit negli uffici di Greco”, hanno spiegato in aula, riferendosi agli incontri avuti nel luglio 2015 negli uffici della Cil dall’imprenditore con alcuni esponenti legati al clan Afeltra. In quegli incontri, sostengono gli avvocati di Greco, egli sarebbe stato vittima di estorsione.

Ciò a cui i legali difensori puntano, cercando di smontare l’impianto accusatorio legato all’impero di Greco, è che lo stesso imprenditore non ha tratto alcun vantaggio economico che accertasse il potere di Greco nei confronti dei clan.  

Prossima udienza fissata al 12 novembre, quando verrà effettuato il controesame del collegio difensivo all’ispettore della Squadra Mobile di Napoli Diego Albrizio.

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