Dopo più di due anni è stata archiviata la posizione di Domenico Di Liegro. Il notaio di Torre Annunziata fu tirato in ballo nel corso del processo sul crollo di Rampa Nunziante durante il quale morirono 8 persone. In particolar modo, durante l’udienza del 19 dicembre del 2019, i legali dell’imputato Gerardo Velotto, gli avvocati Giuseppe Della Monica e Camillo Tufano, annunciarono di averlo denunciato per truffa e falso.

Secondo l’accusa una scrittura privata preliminare a un atto di compravendita non poteva essere fatta, perché i documenti inviati all’Agenzia delle Entrate non erano conformi allo stato dei luoghi.

Di Liegro, difeso dall’avvocato Mauro Porcelli, è stato così scagionato dalle accuse. Il giudice Anzalone ha infatti disposto l’archiviazione per infondatezza della notizia di reato.

La tesi dei legali di Velotto, ritenuto anche dal giudice Francesco Todisco come uno dei maggiori colpevoli della tragedia del 7 luglio 2017 e condannato a 12 anni e 6 mesi in primo grado, non è stata ritenuta valida.

Tramite il suo avvocato, il notaio Di Liegro ha così commentato l’archiviazione del procedimento a suo carico.

“È stato a dir poco spiacevole essere stato preso di mira in un momento così doloroso e, ancor di più, assistere impotente ai plurimi, subdoli tentativi di ledere e menomare la mia professionalità, insinuando dubbi sulla mia correttezza professionale e sulla mia persona.

Ho provato profonda tristezza nel vedere associato il mio nome, cercandolo on line, a fatti di reato quali falso e truffa, indicati in una infondata e strumentale querela sporta dal sig. Gerardo Velotto a mio carico.

Svolgo il mio delicato lavoro da anni con impegno e dedizione, ritengo di essere un professionista cauto e competente e sono sempre stato sicuro e certo della legittimità del mio operato e con me anche il mio amico, nonché difensore, Avvocato Mauro Porcelli.

Sia il P.M. che il Gip presso il Tribunale di Torre Annunziata hanno sugellato la mia estraneità richiedendo, il primo, e disponendo nei giorni scorsi, il secondo, l’archiviazione del fascicolo a mio carico per infondatezza della notizia di reato.

Il Gip in particolare, nel suo provvedimento, ha confermato quanto asserito più volte dal mio avvocato nelle memorie difensive depositate, in ordine non soltanto alla figura del Velotto, alla consapevolezza in capo allo stesso della abusività dell’immobile (nonché degli interventi edili fatti, sin dalla detenzione del bene in oggetto, senza alcuna autorizzazione amministrativa) e alla strumentalità della querela dallo stesso sporta ma, soprattutto, in ordine al ruolo che ha assunto nella vicenda la mia figura professionale e alla totale impossibilità di muovere richiami alla mia attività, svolta correttamente fin dal principio.

È stata infatti chiarita dal Gip la validità del contratto preliminare di compravendita stipulato, il quale non ha alcuna valenza probatoria, ribadendosi, inoltre, che rispetto alla redazione e alla sottoscrizione dello stesso contratto il notaio, eventualmente presente, non interviene formalmente e non può sindacare la veridicità o meno delle dichiarazioni rese dalle parti stipulanti.

Questo dato, in aggiunta ad altri ulteriori elementi tecnici, ha consentito al P.M. e al Giudice di archiviare il procedimento, non essendo emerso alcun elemento di biasimo o di responsabilità a carico della mia persona.

Mi riservo di valutare, unitamente al mio difensore, di difendere la mia persona in un prossimo futuro”.

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