“Sono passati sette anni. Ogni volta ripercorrere quell’incubo ci trascina in un inferno di dolore che ci accompagnerà per tutta la vita”. Tornare in aula per Imma e Giovanni è un trauma che ogni volta fa tornare nella mente e nel cuore il dramma vissuto il 7 luglio 2017. Quel giorno otto vite vennero sepolte dalle macerie della palazzina di via Rampa Nunziante per la tragedia più grave della storia moderna di Torre Annunziata.

Si è svolta a Napoli l’udienza del processo per ricostruire la verità sul crollo che spezzò le vite di Pasquale Guida, Francesca Guida, Salvatore Guida, Anna Duraccio, Edy Laiola, Giacomo Cuccurullo, Marco Cuccurullo e Pina Aprea.

Imma Duraccio e Giovanni De Felice abitavano al terzo piano della palazzina quando alle 6 del mattino sentirono un boato frastornante. Pochi minuti dopo presero coscienza che quell’edificio che conteneva vite, speranze e famiglie si era appena sgretolato.

Per quella tragedia fu condannato in primo grado a 12 anni e mezzo di reclusione Gerardo Velotto, proprietario dell'appartamento nel quale sono avvenuti i lavori che secondo l'accusa hanno minato la stabilità del palazzo. Oltre a lui, 12 anni per Massimiliano Bonzani e 11 anni e un mese per Aniello Manzo, ritenuti di fatto i direttori dei lavori, e 9 anni e mezzo a Pasquale Cosenza, l’operaio che ha eseguito materialmente gli interventi. Pene meno severe per i due avvocati Roberto Cuomo e Massimiliano Lafranco, il primo amministratore del condominio e il secondo ancora proprietario di fatto dell'appartamento dove vennero effettuati gli interventi incriminati, alla fine considerati colpevoli del solo reato di falso: per loro la condanna è stata di un anno e due mesi con pena sospesa.

Ora che il secondo grado di giudizio si avvia a conclusione, per i familiari è giunto il momento del silenzio: “Per noi non è facile andare avanti – spiega brevemente Imma Duraccio – ma non possiamo fare altrimenti. Confidiamo nel fatto che la giustizia faccia il suo lavoro e dia pene certe e severe ai colpevoli”. La sentenza è attesa per il prossimo marzo.

In basso, la loro deposizione durante il processo in primo grado, svoltosi al tribunale di Torre Annunziata.

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