San Giorgio acqua pubblica. Zinno: "Legge regionale da rivedere"
Consiglio comunale monotematico. Zanotelli rifiuta l'invito a partecipare al dibattito
23-01-2016 | di Claudio Di Giorgio
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San Giorgio a Cremano. Si annunciava infocato il consiglio comunale monotematico sull’acqua pubblica, dopo che la scorsa settimana la seduta era stata sciolta per mancanza del numero legale. Maggioranza e opposizione hanno oggi svolto un buon confronto da cui sono emersi maggiori elementi di conoscenza della materia e fatto un passo avanti nell’assumere una posizione ufficiale e superare la legge regionale.
La seduta si è aperta puntualmente alle 18,05 con 19 consiglieri presenti. Invitati al Consiglio Padre Alex Zanotelli del Comitato “Acqua Bene Comune” che ha declinato l’invito, Domiziano Graziano, Giuseppe Capurso, Maurizio Montalto, Consiglia Salvo, Giorgio Carcatella, tutti rappresentanti di comitati e associazioni, Maurizio Bruno vice presidente Gori, e numerosi cittadini.
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La maggioranza ha presentato un proprio documento nel quale si ribadisce il rispetto del voto del referendum di giugno del 2011 con il quale milioni di cittadini si espressero in modo inequivocabile a favore dell’acqua pubblica. Nel documento si prende atto che per anni la posizione dei vari Governi succedutisi non è stata in linea con la decisione popolare e la stessa Amministrazione Regionale ha approvato una legge sul “Riordino Idrico Campano”, definita “pessima" che ha disatteso le richieste dei Comuni. Nel documento si chiede la costituzione di più Ambiti Territoriali Ottimali – la potestà decisionale fondamentale in capo alle Assemblee dei Sindaci – la partecipazione delle Comunità Locali alla gestione del sevizio idrico integrato, e si da mandato al Sindaco di sostenere queste indicazioni e mettere in discussione la legge approvata dalla Regione .“Continueremo a partecipare alla rete dei Sindaci ATO 3. Anche noi riteniamo che la legge regionale sia imperfetta e rispetto a questa non abbiamo alcun diktat - ha dichiarato il primo cittadino Giorgio Zinno - Io appartengo fortemente da anni a un partito che si chiama democratico e che non ha l’usanza all’interno dei suoi territori di obbligare a fare secondo le sue direttive altrimenti si è fuori dal partito. La legge regionale è imperfetta e ha un vulnus rispetto alla partecipazione e noi vogliamo che la partecipazione possa passare direttamente sui sindaci. Io e gli altri Sindaci vogliamo la possibilità di decidere senza esserne estromessi".
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