Torre Annunziata, altri guai per il C.M.O: maxi sequestro da quasi 12 milioni di euro
Inchiesta della Procura, patto tra società per frodare i creditori. Bufera a pochi giorni dal concordato
21-01-2025 | di Redazione
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Nuovi guai per il Centro Medico Oplonti di Torre Annunziata, sequestrati 44 immobili e 8 terreni dal valore di quasi 12 milioni di euro. A pochi giorni dal concordato preventivo, una nuova tegola si abbatte sulla società. Nel mirino della Procura Oplontina i rappresentanti legali di due società (CMO e Gigante Immobiliare), indagati per il reato di bancarotta fraudolenta concordataria. Dalle risultanze investigative, infatti, sarebbe emerso un accordo illecito per frodare i creditori.
Il provvedimento di sequestro di terreni e immobili, nei comuni di Torre Annunziata, Boscotrecase, Ercolano e Milano, trae origine dagli approfondimenti investigativi svolti in seguito alla presentazione, al Tribunale di Torre Annunziata, della domanda di concordato preventivo da parte della "C.M.O. S.r.l.",
Il Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria Napoli e il Gruppo Torre Annunziata della Guardia di Finanza hanno dato esecuzione al decreto di sequestro preventivo emesso dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale Oplontino, su richiesta della Procura, avente ad oggetto 44 immobili e 8 terreni del valore complessivo di € 11.716.185,94, nei confronti dei rappresentanti legali pro tempore di due società, indagati in concorso per il reato di bancarotta fraudolenta concordataria.
Dalla documentazione depositata presso il Tribunale in primis, le relazioni elaborate dai Commissari Giudiziali incaricati di seguire la procedura emergevano, infatti, operazioni pregiudizievoli per i creditori sociali, riferibili, in particolare, ad una scissione societaria avvenuta in seno alla "C.M.O. S.r.l." nel 2015.
Con tale operazione straordinaria venivano ceduti alla "Gigante Immobiliare s.r.l." neocostituita e con la stessa compagine sociale della "C.M.O. S.r.l." - elementi dell'attivo di quest'ultima, costituiti dall'intero ramo immobiliare e da alcuni crediti, per un valore complessivo di 14.750.685,94 euro, unitamente ad elementi del passivo per 10.855.849,13 euro. Per effetto della suddetta operazione il patrimonio netto della "C.M.O. S.r.l." subiva, quindi, una riduzione di 3.894.836,81 euro. I Commissari Giudiziali rilevavano al riguardo l'impropria iscrizione, nell'attivo circolante della "C.M.O. S.r.l.", di un credito di pari importo verso la "Gigante Immobiliare S.r.l.”; operazione contabile, questa, priva di riscontri nell'atto di scissione, e in assenza della quale la "C.M.O. S.r.l.” avrebbe dovuto essere ricapitalizzata o posta in liquidazione.
Gli ulteriori approfondimenti investigativi permettevano di accertare che, a distanza di poco tempo dalla cessione degli immobili alla "Gigante Immobiliare S.r.l.", erano stati stipulati plurimi atti di locazione tra le parti dell'atto di scissione, aventi ad oggetto le medesime unità immobiliari.
In pratica, dopo aver ceduto alla "Gigante Immobiliare S.r.l." gli immobili indicati nell'atto di scissione, la "C.M.O. S.r.l.", al fine di conservarne la disponibilità, li aveva presi in locazione, impegnandosi a versare alla "Gigante Immobiliare S.r.l." i relativi canoni, peraltro stabiliti, secondo i Commissari Giudiziali, in maniera sproporzionata rispetto ai valori di mercato.
Dalle indagini emergeva, inoltre, che, a fronte di fatture emesse dalla "Gigante Immobiliare S.r.l." per il pagamento dei suddetti canoni di locazione, in alcuni casi la "C.M.O. S.r.l." aveva effettivamente operato dei pagamenti, mentre in altri casi aveva ridotto il credito asseritamente dalla stessa vantato nei confronti della Gigante Immobiliare, compensandolo con i debiti derivanti dai predetti contratti di locazione.
Si accertava, altresì, che il credito della "C.M.O. S.r.l." si era ulteriormente ridotto in assenza di pagamenti da parte della "Gigante Immobiliare S.r.l." e/o attraverso operazioni contabili prive di adeguata giustificazione. Il credito nei confronti della "Gigante Immobiliare S.r.l.", pari, al momento della scissione societaria, a 3.894.836,81 euro, si riduceva così nel 2022 a 1.390.695,07 euro. Secondo quanto previsto nella stessa proposta concordataria, approvata dal Tribunale di Torre Annunziata, la somma per il pagamento dei creditori della "C.M.O" dovrebbe derivare proprio dalla vendita di una parte dei beni ritenuti oggetto di distrazione.
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