“Una decisione dovuta e naturale, perché da tempo abbiamo detto no alla ferocia della camorra. La nostra città ha voglia di riscatto e coi traffici illeciti non ha nulla a che vedere”. Esce allo scoperto oggi, con un secco comunicato stampa, il sindaco di Torre Annunziata Giosuè Starita (nella foto).

Il sindaco annuncia pubblicamente la decisione appena assunta in Giunta: il Comune oplontino si costituirà parte civile nel processo contro Carmela Gionta, sorella del superboss Valentino, Annunziata Caso (moglie di Aldo, il ras-poeta), sua figlia Gemma e sua madre, Pasqualina Apuzzo. Le quattro potentissime donne del clan saranno alla sbarra il due dicembre prossimo, nel processo nato dall’ultima inchiesta della Procura di Torre Annunziata sulla gestione del giro di usura e sulle tentate estorsioni agli imprenditori locali.

La prima ad essere fermata dalla DDA di Napoli il 21 luglio scorso fu Carmela Gionta, 70anni: la sorella dello storico capo-clan è accusata di associazione camorristica e di ben due prestiti usurari con tasso di interessi tra l'8 e il 10%. Un mese dopo finirono in manette le altre tre donne dei ‘Valentini’: Annunziata Caso, Gemma Gionta e Pasqualina Apuzzo. Queste ultime indiziate anche del tentato omicidio proprio di zia Carmela, da eliminare a seguito di presunti contrasti insorti sulla gestione delle casse del clan. Per gli inquirenti Annunziata Caso, in particolare, introducendosi nell’abitazione della 70enne, cercò di accoltellarla. Per questo finì in carcere. Ora le 4 donne affronteranno insieme il processo. Una duplice inchiesta riunita poi a sorpresa in un unico filone investigativo. 

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