Una petizione per fermare lo scempio delle cisterne al porto di Torre Annunziata.

Il Comitato Gente del Sarno si fa avanti e continua la sua lotta contro l’ampliamento del deposito di idrocarburi all’interno del porto oplontino. Lanciata una petizione online, diretta al ministro dell’Ambiente Sergio Costa per portarlo all’attenzione degli ultimi sviluppi della vicenda.

La Regione Campania ha infatti recentemente dato il via libera ai lavori di costruzione di due nuovi serbatoi e quattro baie di carico, frutto dell’esclusione dalla procedura di valutazione d’impatto ambientale sul progetto presentato dalla Isecold. L’azienda potrà, in sostanza, ampliare il deposito di idrocarburi senza ulteriori intoppi.

A questo però cittadini e comitati non vogliono sottostare.

“Chiediamo di non autorizzare la costruzione di nuovi serbatoi di idrocarburi sulla spiaggia pubblica Salera di Torre Annunziata, perché oltre al danno ambientale verrebbe danneggiato il paesaggio con l'alterazione/compromissione delle principali visuali e degli elementi qualificanti e connotativi del nostro territorio costiero”, ha scritto Orfeo Mazzella, promotore di questa iniziativa.

Numerose sono le richieste avanzate dal comitato Gente del Sarno. La dismissione e la delocalizzazione dell’intero sito industriale ed il recupero ambientale e la riqualificazione della zona, il controllo permanente della qualità dell’aria nell’area portuale (anche in virtù della realizzazione di un Parco Urbano nelle vicinanze), l’intervento del ministero per la verifica documentale del progetto.

Ma c’è dell’altro. “Chiediamo di intraprendere ogni azione legale contro la decisione assunta dlala Regione Campania e il rispetto di quanto sottoscritto in modo unanime dal consiglio comunale di Torre Annunziata il 6 luglio 2018. In quell’occasione si parlava di “azioni programmatiche territoriali tese allo sviluppo turistico”. Un obiettivo, a questo punto, difficilmente realizzabile, nel caso in cui i lavori alle cisterne dovessero completarsi.

In poche ore raggiunta quasi 700 firme. Tra queste anche quella della senatrice Virginia La Mura: “Ci sono passaggi procedurali non chiari fin da quando abbiamo incominciato ad occuparcene e sono certa che riusciremo a chiarire tutto e trovare difformità – ha scritto -. Del resto è così chiaro che la cittadinanza non accetta questa opera e ha ragione, difatti quest’ultima è in conflitto con il paesaggio, con la tutela dell’ambiente e pericolosa per i cittadini e la morte per l’economia di un territorio a vocazione turistico-culturale. Un territorio, voglio ricordare, che ancora non si è liberato dei danni post industriali e chiede con forza una seconda opportunità in piena coerenza con il Green Deal Europeo”.

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