Torre Annunziata. “Sì, Michele Chierchia gestiva una piazza di spaccio al rione Provolera. In casa gli trovammo la droga nascosta nella stufa”. Così ieri ai giudici i poliziotti che condussero una “costola” di free-tower, il blitz che con 54 arresti nel gennaio 2015 smantellò l’associazione a delinquere di pusher vicini al clan Falanga di Torre del Greco. Le indagini proseguirono per giorni anche microspie: e a marzo scattarono le manette per il 29enne oplontino Michele Chierchia, ritenuto vicino ai “Franzuà”, cosca alleata dei Gionta, e per la sua compagna Carmela Ferraro (20). Il primo ora è in carcere. La donna ha l’obbligo di firma.

IL PROCESSO. La coppia è finita a processo per detenzione e spaccio, reati aggravati per il solo Chierchia dal metodo mafioso. Secondo il pm Antimafia Maria Di Mauro le 15 dosi di cocaina, trovate nella stufa presso casa Chierchia, servivano a rifornire i pusher corallini dei Falanga.

L’ARRESTO. All’interno dell’abitazione di Chierchia e della Ferraro furono rinvenuti “pallini” già confezionati e pronti per la vendita al dettaglio. Arrestato assieme alla coppia di Torre Annunziata, il 19 marzo 2015, anche il 33enne di Torre del Greco Giovanni Di Dato (non coinvolto nell’ambito dello stesso processo). La droga prelevata dalla stufa al Provolera venne sequestrata. Nello stesso giorno, e in parallelo, gli agenti della polizia corallina sequestrarono ai danni di altri indagati un lussuoso attico a Torre Annunziata, una Mercedes Classe A, una Ford Ka e una Audi A3. 

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