"Palazzo Fienga deve essere demolito il prima possibile, la comunità non può più aspettare. Nell'area in cui sorgeva la roccaforte dei Gionta immagino una piazza intitolata a Giancarlo Siani e alle vittime innocenti della camorra. Ma questo non basta, bisogna riqualificare l'intero quartiere. Serve una forte presenza dello Stato e credo che il modo migliore sia presidiare quella parte di territorio con l'istituzione del Commissariato di Polizia nel centro storico". 

Con queste parole il sindaco Corrado Cuccurullo ha inaugurato ieri pomeriggio a Palazzo Criscuolo il secondo incontro sulla riqualificazione dei beni confiscati a Torre Annunziata. Al centro del confronto la riconversione di Palazzo Fienga, simbolo del male nel cuore del centro storico. A moderare il convegno il giornalista Raffaele Schettino che, nel corso dell'intervento, ha ripercorso brevemente la storia dell'ex fortino. "Palazzo Fienga è un regno del male in cui sono state emesse innumerevoli sentenze di morte. Ora è tempo che si passi dall'immobilismo alla riqualificazione".

Ad unirsi al sindaco l'Assessore Regionale alla Legalità, Sicurezza e Immigrazione Mario Morcone, presente a Palazzo Criscuolo per il secondo dei tre appuntamenti organizzati da Comune e Consorzio Agrorinasce. "Palazzo Fienga va raso al suolo, non deve restare nulla. Non dimentichiamo che l'ente fu sciolto anche per la cattiva gestione dei beni confiscati". Ed è proprio sulla gestione che è intervenuta la dottoressa Daniela Lombardi, Dirigente dell’Agenzia Nazionale dei Beni Sequestrati e Confiscati. "Solo il 30% dei beni viene utilizzato. Nobile intitolare la piazza a Giancarlo Siani, ma è necessario garantirne il riutilizzo. Non si può rischiare che diventi una piazza di spaccio". A conferma del quadro allarmante tratteggiato dalla dottoressa Lombardi, l'intervento di Ernesto Aghina, presidente emerito del Tribunale di Torre Annunziata. "In otto anni alla guida del Palazzo di Giustizia ho assistito solo una volta all'inaugurazione di un bene confiscato: Villa Cesarano".

Al centro del dibattito la preoccupazione di un mancato riutilizzo, tema su cui interviene la vice sindaca Tania Sorrentino. "So perfettamente quanto sia feroce la camorra, è un dolore che sarà tatuato per sempre sulla mia pelle. La riqualificazione dei beni confiscati è la nostra priorità e stiamo lavorando dal primo giorno per raggiungere questo obiettivo. Assegnare un bene è complicato perchè bisogna anche tenere conto della realtà che c'è intorno e garantire sicurezza ai cittadini a cui viene affidato. Le difficoltà non ci spaventano perchè questa città ha bisogno di una svolta". 

Al centro del convegno l'obiettivo di realizzare una rete per trasformare i luoghi del male in presidi di legalità. In prima linea don Tonino Palmese, presidente della Fondazione Polis: "Il mancato riutilizzo sociale di un bene confiscato è un crimine etico, un fallimento che conferma un clima di disperazione e rassegnazione che non fa bene alla comunità". Ma a segnare un punto di svolta è la collaborazione tra Agrorinasce e il Comune. Tra i progetti più complessi la realizzazione di un centro per minori a Villa Adele, obiettivo che vede in prima linea la presidente del consorzio Elena Giordano e l'amministratore delegato Giovanni Allucci. "Ci mettiamo la faccia e scendiamo in campo per la riqualificazione di Torre Annunziata". Partner del progetto la facoltà di Architettura della Federico II di Napoli, al lavoro per "una rigenerazione dell'area che tenga in conto dell'estetica della città e della bellezza del centro storico", come illustrato dalla professoressa Orfina Francesca Fatigato.

A fare la differenza nella lotta alle mafie è la determinazione delle istituzioni nel non arrendersi. "Dobbiamo avere la stessa forza della camorra, mettendola però al servizio del bene. Dobbiamo puntare sulla buona vita per sconfiggere la malavita", ha dichiarato il presidente del Tribunale di Torre Annunziata Francesco Abete nel corso del convegno. Parole ribadite anche dal gip Concetta Criscuolo: "Nei momenti di crisi nasce l'occasione di gettare basi solide per una rinascita. Serve un messaggio di forza contro i clan perché la legalità è autentica se porta alla giustizia".

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