“Nessuno ci ridarà il nostro 31 dicembre ma almeno spero che Giuseppe possa avere giustizia per ridargli la sua dignità”. E’ il commovente messaggio di Maria Cristina Sermino, cognata di Giuseppe Veropalumbo, il carrozziere ucciso il 31 dicembre 2007 da un proiettile vagante.

La sorella di Carmela Sermino non riesce a darsi pace per quanto vissuto allora e per quanto è costretta a vivere da allora: “Rivivo ripetutamente sempre la stessa immagine. E non è per puro masochismo ma è solo la memoria che rigetta sempre lo stesso ricordo senza archiviare, forse perché le immagini sono troppo crude e spietate per essere cancellate”.

La tavola imbandita, un mazzo di carte con la famiglia riunita e dopo un secondo l'immagine si trasforma in un incubo. In un messaggio pubblicato nel gruppo facebook dedicato alla memoria di Giuseppe Veropalumbo, Maria Cristina ha ripercorso quegli attimi drammatici. Dal momento in cui Giuseppe si accascia sul tavolo alla corsa in ospedale, fino alla tragica notizia della sua morte.

“Sta per terminare un altro anno – ha continuato Maria Cristina - e il 31 dicembre di ogni anno la scena è la stessa, il dolore si rinnova. Ogni fuoco di artificio fa tristezza, fa male! Nessuno potrà cancellare quei momenti ma noi nel frattempo fingeremo sorrisi, ci beccheremo gli auguri e mettiamo il piatto a tavola per i nostri figli. Fare memoria di te significa portare avanti il tuo ricordo. Ma più di tutto - ha concluso con un monito - avrà valore la denuncia di quello che può accadere se non si smuovono e percuotono le anime e i cervelli di alcune persone”.

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