Omicidio Veropalumbo, la Procura chiede nuovamente l’archiviazione.

Si risolve in un nulla di fatto la corsa contro il tempo per trovare i colpevoli dell’assassinio di Giuseppe Veropalumbo, il giovane carrozziere che morì la notte di Capodanno del 2007.

A 12 anni di distanza il giudice Paola Brunese decise nel gennaio scorso che appariva necessario, “nell’estremo tentativo di accertare chi abbia ucciso Veropalumbo, il compimento di ulteriori indagini”. Una notizia colta con grande soddisfazione da Carmela Sermino, la donna che con grande tenacia ha portato avanti la sua battaglia per vedere suo marito riconosciuto come vittime innocente di camorra.

LA DINAMICA. Tre i presunti responsabili dell’omicidio. Si tratta di Valentino Gionta Jr, Salvatore Paduano e Gaetano Amoruso. Sarebbe stato proprio quest’ultimo, all’epoca 15enne e figlio di Francesco “a vicchiarell”, killer di fiducia della cosca dei Valentini, a premere il grilletto ferendo mortalmente Giuseppe Veropalumbo.

LA “COLPA” DI VEROPALUMBO. L’impianto accusatorio è stato formulato attraverso le dichiarazioni del pentito Michele Palumbo, alias “a munnezz”: è stato lui a raccontare che l’assassinio di Giuseppe fu il frutto di una ritorsione. La colpa del giovane carrozziere sarebbe stata quella di consegnare le chiavi del lastrico solare del palazzo alla polizia, per consentire l’installazione delle videocamere che poi portarono all’arresto di Francesco Amoruso. Da qui la probabile vendetta nei confronti del carrozziere.

LA DECISIONE. Tutto spazzato via dalla decisione del pm La Ragione. Nella giornata di ieri presso il Tribunale dei Minorenni di Napoli è stata predisposta nuovamente l’archiviazione: “Le indagini sono state approfondite ma non sono state rilevate novità”, hanno fatto sapere i legali della famiglia Veropalumbo.

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