“A Torre Annunziata non basta applicare la legge. Non basta l’amore, si tratta di ricostruire un tessuto sociale che si è deteriorato, frammentato e corroso”. Mentre si contano le ore che separano l’azione “di forza” sugli sgomberi di via Tagliamonte, il referente cittadino di Libera don Ciro Cozzolino ha fatto il punto della situazione sulle famiglie che a breve verranno sfrattate dai box a ridosso della stadio Giraud.

“Quei locali si rivelarono fin da subito inadeguati ad accogliere gli sfollati di Palazzo Fienga, in quanto non furono realizzati per civili abitazioni – ha ricordato Cozzolino -. L'amministrazione comunale, a suo tempo, provvide allo sgombero di palazzo Fienga, simbolo del potere camorristico nella città di Torre Annunziata ma in modo improvvido trovò una soluzione tampone che tutti sapevano essere solo fonte di ulteriori disagi”.

Nei giorni scorsi è stata completata l’operazione di notifica degli atti da parte di carabinieri e vigili urbani di Torre Annunziata. Dopodiché il fascicolo verrà consegnato nelle mani della Procura di Torre Annunziata e dei commissari straordinari che poi sceglieranno modi e tempi opportuni per lo sgombero coatto dei sette box. Proprio sui commissari, don Ciro Cozzolino ha fatto sapere di approvare il tentativo di “recuperare e regolarizzare una situazione che di per sé è, estremamente, delicata. L'operazione sgombero dovrebbe coincidere con la conclusione di un processo iniziato quando lo Stato intervenne per smantellare il simbolo del malaffare a Torre Annunziata. Alla fine di questo percorso la città deve poter affermare senza ombra di dubbio che lo Stato ha vinto”.

La vicenda dei box di via Tagliamonte, invece, mette in evidenza ulteriori problemi, specie sulle case popolari, che scatenano nel referente di Libera alcune domande: “E’ stata mai fatta una verifica di chi usufruisce di questi beni e se questi continuano ad averne il diritto? O che non sia in subaffitto o addirittura usa l'immobile come casa vacanze? Siamo proprio sicuri che la camorra non lucra sulla crisi abitativa facendo affari e presentandosi come risolutrice di problemi che lo Stato fa fatica a risolvere?”.

Domande che ancora non hanno una risposta precisa e inappuntabile, come quella sul censimento aggiornato degli immobili facenti parte del patrimonio comunale: “Non esiste un censimento aggiornato e quindi è impossibile sapere con certezza se questi sono tutti occupati legittimamente. Purtroppo non basta applicare la legge – ha concluso don Ciro – c’è bisogno di recuperare la credibilità”. E nel frattempo, resta poco chiaro il futuro delle famiglie colpite dall’ordinanza di sgombero.

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