“Se Maurizio fosse qui, sarebbe orgoglioso di questo traguardo. Scendo in campo per lui e per tutte le vittime innocenti della camorra. Mio marito credeva nella giustizia e non tollerava nessuna forma di inciviltà. Sarà il mio faro in questa nuova esperienza politica al fianco di Corrado Cuccurullo. Porterò avanti i nostri ideali per le mie figlie e per tutti coloro che vogliono e credono in una nuova Torre Annunziata”.

A dichiararlo è il vicesindaco Tania Sorrentino a pochi giorni dalla notizia dell'incarico. La vedova di Maurizio Cerrato, barbaramente assassinato il 19 aprile 2021 per un parcheggio, sarà in prima linea per cancellare le ombre del passato e ripristinare la legalità. La nomina è stata avallata dai vertici nazionali, regionali e provinciali del Partito Democratico. Una proposta caldeggiata e sostenuta personalmente anche dalla segretaria dem Elly Schlein. A Tania Sorrentino va la delega a sicurezza e legalità, in aggiunta a quelle all'urbanistica, al demanio, all'edilizia e alle politiche della casa.

“Ringrazio la società civile, i vertici del Partito Democratico e le associazioni del territorio per avere creduto che fossi la persona giusta per questo incarico – sottolinea il vicesindaco – Smentisco le voci di una presunta crisi interna con i dem oplontini. C’è piena collaborazione perché abbiamo tutti un obiettivo comune: restituire una dignità alla città”.

Nella giunta varata dal sindaco Corrado Cuccurullo sette assessori, tre donne e quattro uomini, a rappresentanza dell’intera coalizione di centrosinistra. Tania Sorrentino è alla sua prima esperienza e ricoprirà l’incarico dopo due anni di scioglimento per camorra. “Sono affiancata da personalità di spessore e mi inorgoglisce lavorare al fianco del primo cittadino. Il non avere un passato politico alle spalle non mi spaventa. La morte di Maurizio ha stravolto la mia vita e mi ha aperto gli occhi su chi voglio essere. Ad oggi non servono troppe parole, ciò che conta è rimboccarsi le maniche. Non ho nulla da dire agli scettici perché risponderò direttamente con i fatti”.

Legalità e lotta al malaffare. Ideali in cui credeva fortemente suo marito Maurizio, morto per difendere la figlia Maria Adriana. Quattro uomini contro un innocente per una banale lite. Poi la coltellata letale al cuore sferrata dal killer Antonio Cirillo, esecutore materiale dell’omicidio. “Mio marito credeva in un cambiamento e io lotterò con tutte le mie forze affinché ciò avvenga. Spero che la mia storia diventi un esempio per tutti coloro a cui la camorra ha strappato i propri cari. Il mio obiettivo è squarciare il velo d’omertà e aiutare le persone a ribellarsi perché solo così si sconfigge la criminalità”, conclude Sorrentino. 

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