Torre Annunziata. Un anno e mezzo di terrore: il ricatto criminale per un posto di lavoro
Le persecuzioni senza tregua di Pasquale Gallocontro tutta la famiglia: "O mi riassumi o ti sparo nelle gambe"
18-08-2025 | di Marco De Rosa

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Un anno e mezzo di vessazioni. Minacce, aggressioni, atti vandalici. A subirle non solo lui, un noto imprenditore di un’azienda farmaceutica di Torre Annunziata, ma anche la moglie e i suoi due figli. Per sfuggire alla furia di Pasquale Gallo, erano stati costretti a cambiare le proprie abitudini, vivendo in un costante stato d’ansia e paura. Un vortice di terrore che si è concluso soltanto con la denuncia presentata dall’imprenditore ai carabinieri, che hanno messo fine all’escalation di violenza messa in atto dall’uomo.
La vittima conosceva bene il suo persecutore: Gallo aveva lavorato in passato per una ditta in subappalto con l’azienda farmaceutica, fino al 2022. Due anni dopo, le prime intimidazioni. Una serie di schiaffi prima che l’imprenditore si recasse a lavoro, accompagnati dalla minaccia: “O mi riassumi o ti sparo alle gambe”, mimando il gesto di estrarre un’arma dal borsello a tracolla per rendere ancora più credibile la minaccia.
Da lì un crescendo di violenza. Danni alle auto di famiglia, intimidazioni ai figli nei loro luoghi di lavoro, aggressioni fisiche, inseguimenti per strada. In un’occasione, Gallo ha persino tallonato l’imprenditore fino al piazzale della caserma dei carabinieri, urlando: “Io ti taglio la testa, non ho paura di nessuno”.
La strategia del terrore non si è limitata alla famiglia della vittima. In altri episodi, l’uomo ha minacciato i dipendenti di un hotel a Pompei, arrivando perfino a cospargere il bancone della reception con liquido infiammabile, minacciando di dare fuoco all’intera struttura.
Le indagini hanno portato i carabinieri a perquisire la sua abitazione, trovando indumenti compatibili con quelli immortalati dalle telecamere di videosorveglianza nei luoghi delle aggressioni. Dalle ricostruzioni è emersa la piena conoscenza che Gallo aveva delle abitudini di vita della sua vittima e dei familiari, pedinati e perseguitati senza tregua.
Una persecuzione che ha inciso profondamente sulla quotidianità dell’imprenditore e della sua famiglia, costretti a vivere nel timore di subire nuove violenze, fino a modificare le proprie abitudini più semplici, persino una passeggiata. Solo il coraggio di denunciare ha permesso di spezzare quella spirale di paura e porre fine alla strategia del terrore architettata da Gallo.
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