Un secolo e mezzo di carcere, ennesimo colpo inflitto ai boss di Palazzo Fienga. Blitz, arresti e condanne non sono bastati a distruggere il clan Gionta. La cosca di Torre Annunziata non si è mai arresa al declino e ha tentato con ogni mezzo di rimettere insieme i pezzi del suo impero criminale. Quando nel 2019 tornò in libertà suo genero Giuseppe Carpentieri, il boss Valentino sfruttò l'occasione per ricostruire il clan. Secondo la Dda la cosca è ancora guidata dal suo indiscusso padrino che, nonostante la reclusione al 41 bis, riuscirebbe tuttora a dare ordini ai suoi fedelissimi.

Al centro delle indagini della Dda la faida di camorra tra i Gionta e il Quarto Sistema per il controllo del territorio. Una guerra di sangue durata anni e consumata proprio tra le strade di Torre Annunziata. Ma a scombinare i piani dei boss è la sentenza di primo grado emessa ieri dai giudici del Tribunale di Napoli che hanno condannato i vertici dei clan Gionta, Gallo-Cavalieri e Quarto Sistema a 143 anni di carcere. Quasi un secolo e mezzo

Una sentenza che infligge un gravissimo colpo soprattutto ai reggenti del clan Gionta. 13 anni e quattro mesi per il boss Valentino, 16 anni e cinque mesi per Giuseppe Carpentieri, 11 anni per la figlia Teresa e 9 anni e quattro mesi all'omonimo nipote. Condanne durissime che mandano nuovamente all'aria i propositi criminali dei feroci camorristi di Palazzo Fienga.

Tra i condannati anche Antonio Cirillo, il killer che ha ucciso Maurizio Cerrato sferrando materialmente la coltellata letale al petto. Il ras dei Gionta già condannato in primo grado a 23 anni ne incassa altri 8. Il 61enne fu barbaramente assassinato a Torre Annunziata il 19 aprile del 2021 in via IV Novembre. Accorso per difendere sua figlia Maria Adriana, aggredita da Giorgio e Rosa Scaramella solo per avere spostato una sedia che occupava indebitamente un posto auto, trovò la morte nel Max Garage.  

Le indagini dell'Antimafia sugli affari del clan iniziarono nel 2020 quando i ras del Quarto Sistema provarono ad uccidere Giuseppe Carpentieri. Fu proprio questo episodio a dare il via all'inchiesta della Dda che portò all'arresto di 19 persone. L'agguato al genero del boss Valentino fu organizzato per vendicare la morte di Natale Scarpa, ucciso il 14 agosto 2006 all'esterno dello Stadio Giraud. Ad organizzare la spedizione punitiva Pasquale e Luca Cherillo che però non riuscirono a portare a termine la vendetta di sangue. Quest'ultimo è stato condannato a 14 anni.

La lista delle condanne: 
1.GIONTA Valentino, cl. 53; 13 anni e quattro mesi
2.CARPENTIERI Giuseppe, cl.70; 16  anni e cinque mesi
3.GIONTA Teresa, cl. 74; 11 anni 
4.PALUMBO Salvatore, cl. 74; 11 anni e quattro mesi
5.DELLA GROTTA Alfredo, cl. 95; 12 anni e otto mesi
6.SALVATORE Immacolata, cl. 80; assolta
7.GIONTA Valentino, cl. 83; 9 anni e quattro mesi
8.ESPOSITO Luigi, cl. 96; 5 anni e otto mesi
9.COPPOLA Ciro, cl. 2002; 7 anni e quattro mesi
10.CIRILLO Antonio, cl. 88; 8 anni e otto mesi
11.PALUMBO Salvatore Aniello, cl. 87; 8 anni
12.PALUMBO Antonio, cl. 82; 8 anni 
13.PALUMBO Angelo, cl. 61; 11 anni e quattro
14.CHERILLO Luca, cl. 89; 14 anni
15.COLONIA Michele, cl. 2000; 4 anni 
16.GUARRO Michele, cl. 64. Assolto

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