Chi sono i travel addicted? Di cosa li ha privati la pandemia? E perché amano così tanto viaggiare?

Cercheremo, oggi, di rispondere ad una di queste domande, forse la più importante.

 

Perché viaggiamo? Quale moto interiore genera l’irrefrenabile desiderio di spostarsi da un luogo ad un altro? Ad attraversare oceani, varcare confini…

 

Molte, anzi moltissime sono le ragioni che persuadono ad allontanarsi da casa.

 

Ogni essere umano è alla ricerca di qualcosa, di qualcuno, o magari ha solo un estremo bisogno di esprimersi, di emozionarsi.

Il viaggio rivela proprio questo, ciò che siamo e cosa vogliamo. 

 

Il viaggio è fuga dalla routine, parentesi da sogno, apoteosi di bellezza, premio; è valvola di sfogo, è vita vissuta. 

Si viaggia perché è tanta la fame di conoscenza, la necessità di fare esperienza, di mettersi alla prova, di sperimentare.

 

Si viaggia per inseguire il lavoro dei propri sogni o semplicemente per divertirsi, per rigenerarsi; per guarire o dimenticare; perdersi per poi ritrovarsi. 

 

Si viaggia per il mero gusto di farlo. 

 

Si viaggia per cambiare, per abbandonare i pregiudizi, per ricredersi.

Si viaggia per tornare a respirare, a vivere.

 

Esplorate, vagabondate, correte o camminate ma fatelo con amore, sempre. Lasciatevi guidare dall’istinto e dall’empatia verso i luoghi. 

Soli o in gruppo, in un ostello o in un grand hotel, godetene e siate felici, perché voi siete il modo in cui viaggiate.

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“Desidero partire: non verso le Indie impossibili o verso le grandi isole a Sud di tutto, ma verso un luogo qualsiasi, villaggio o eremo, che possegga la virtù di non essere questo luogo.

Non voglio più vedere questi volti, queste abitudini e questi giorni.”

Fernando Pessoa 

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