Ucciso dai rapinatori, una pistola in faccia alla figlia: “Morione ha reagito per difenderla”
Torre Annunziata e Boscoreale sotto choc per la morte del commerciante: la famiglia dona il pesce alla Mensa dei Poveri
28-12-2021 | di Marco De Rosa
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Una pistola puntata alla testa della figlia. Il terrore della piccola che il papà legge nei suoi occhi prima di reagire. L’istinto di un padre che non pensato alle conseguenze, prima di prendere in mano il coltello per squarciare la ruota dell’auto dei rapinatori.
Emergono nuovi particolari sulla rapina che è costata la vita ad Antonio Morione, il pescivendolo che ha perso la vita a Boscoreale il 23 dicembre scorso dinanzi alla sua pescheria del centro.
“Antonio Morione ha reagito dopo aver visto la pistola puntata in faccia alla figlia e alla nuora, due ragazze, entrambe minorenni, che stavano lavorando in pescheria. Voleva difendere loro, non l'incasso”, ha spiegato l’avvocato della famiglia Marco Izzo, raccontando quei momenti drammatici in cui un giorno di festa e di lavoro si è trasformato in tragedia.
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L’uomo era alla guida del suo scooter quando è stato travolto da un’auto
Una Fiat 500 ha accostato al negozio. Dall’auto è sceso un uomo armato, che ha fatto irruzione nella pescheria per farsi consegnare l’incasso, puntando l’arma in faccia alle ragazzine. E’ stato in questo momento che Morione ha impugnato il coltello, si è avvicinato a una ruota e l’ha bucata, per impedirne la fuga. Un gesto che ha attirato l'attenzione del rapinatore che è tornato sui suoi passi sparando e colpendo mortalmente Morione.
Oggi alle 16.30 ci sarà l’autopsia, poi la salma sarà restituita ai familiari per i funerali. Per Torre Annunziata (la città in cui Morione viveva) e Boscoreale sarà lutto cittadino. E con il dolore nel cuore, la famiglia Morione, in attesa di poter salutare per l’ultima volta il loro amato Antonio, ha riaperto per qualche ora la saracinesca della pescheria “Il Delfino”. Hanno raccolto tutto ciò che era ancora commestibile per poi donarlo alla mensa dei poveri “Don Pietro Ottena”, gestita da don Pasquale Paduano, a Torre Annunziata.
Un gesto di grande nobiltà: il modo giusto per ricordare una giovane vita spezzata via tragicamente per mano di criminali senza scrupoli.
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