Sono le 12,47 e le belve che uccisero Maurizio Cerrato fanno il loro ingresso nell’aula Nitrato-Izzo al tribunale di Torre Annunziata. Il primo a entrare è Francesco Cirillo, l’unico agli arresti domiciliari.

Poi dietro di lui, uno dopo l’altro, varcano l’uscio della sala destinata ai detenuti Domenico Scaramella, Giorgio Scaramella e Antonio Cirillo. Quest’ultimo reo confesso di aver inferto la coltellata fatale che ammazzò il 61enne lo scorso 19 aprile in via IV Novembre a Torre Annunziata. La vittima intervenne solo per difendere sua figlia per un banale motivo di parcheggio.

Dinanzi a loro, sedute di fianco al senatore del Gruppo Misto Sandro Ruotolo, Tania Sorrentino, la vedova Cerrato, e la primogenita Maria Adriana. Quest’ultima aveva già affrontato gli assassini di suo padre in un durissimo incidente probatorio nel quale ricordò passo dopo passo quell’ora terribile.

Poi al termine dell’udienza entrambe, accompagnate dal referente di Libera don Ciro Cozzolino, sono uscite per salutare i loro cari che le stavano attendendo all’esterno del tribunale, mentre le belve sono tornate in carcere.

Nessun momento di tensione, ma grande compostezza per la famiglia Cerrato. Come sempre da quando è iniziato il loro incubo. “Vorrei sapere cosa provano a stare in galera per aver ucciso un uomo che voleva solo cambiare la ruota alla figlia e che a loro non aveva mai fatto nulla” ha affermato questa mattina Tania Sorrentino.

Ora l’inizio di un percorso processuale che prenderà il via alla Corte d’Assise di Napoli il prossimo 6 maggio. A processo tutti e quattro gli assassini, che rischiano l’ergastolo.

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