Era stata accusata di aver istigato il figlio a uccidere. Per il giudice non è colpevole. La Corte d’Assiste di Napoli ha assolto Anna Basco dall’accusa di concorso in omicidio pluriaggravato.

La donna, detenuta in carcere a Pozzuoli fino al novembre 2021, quando poi le sono stati concessi gli arresti domiciliari. In cella perché ritenuta colpevole di aver incoraggiato suo figlio Samuele al folle gesto. Il ragazzo, non ancora maggiorenne all’epoca dei fatti, esplose alcuni colpi di pistola nei confronti della vittima. Rivieccio aveva appena riaccompagnato la sua fidanzata al Piano Napoli di Boscoreale quando fu raggiunto dai proiettili. Portato inutilmente all’ospedale di Boscotrecase, morì appena giunto in corsia.

Era appena iniziato il lockdown. Nella notte tra il 10 e l’11 marzo 2020 ci fu una lite tra la donna e la vittima, che innescò la volontà di uccidere Rivieccio. Il tutto in barba alle regole appena varate dal Consiglio dei Ministri che imponevano di uscire soltanto in casi di estrema necessità.

Grazie al lavoro degli inquirenti furono messe in luce le responsabilità della madre, grazie anche alle dichiarazioni di alcuni testimoni oculari e al contenuto di conversazioni intercettate all’interno del Piano Napoli di Boscoreale. La donna dopo l'omicidio, aveva anche aiutato il figlio a disfarsi dell'arma, occultandola in luogo sconosciuto.

Nella giornata di ieri, la corte d’Assise, a fronte di una richiesta di condanna di 22 anni di reclusione, ha giudicato plausibile la tesi sostenuta dagli avvocati di Anna Basco, Antonio Iorio e Giuseppe Annunziata. Secondo il giudice Cristiano nessun atto consentiva di giungere alla certezza della responsabilità penale della giovane mamma. Il giovane invece è stato recentemente condannano a 10 anni per aver confessato il delitto qualche giorno dopo, costituendosi ai carabinieri.

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