Carabinieri al soldo del boss, colpo di scena al processo: cadono le accuse
Respinte le richieste del Pubblico Ministero. Nessuna condanna per Pasquale Sario, Gaetano Desiderio e Sandro Acunzo. I difensori: ‘Giustizia lumaca, la vita di tre uomini innocenti sospesa per 15 anni’
18-07-2023 | di Rosanna Salvi
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Da infedeli a innocenti. Il Giudice respinge le richieste del Pubblico Ministero, il fatto non sussiste. Questa mattina, dopo quindici anni di udienze, è stata emessa la sentenza di primo grado al Tribunale di Torre Annunziata. Cadono le pesanti accuse a carico di Pasquale Sario, Gaetano Desiderio e Sandro Acunzo, i militari dell’Arma dei Carabinieri di Torre Annunziata accusati di associazione di tipo mafiosa finalizzata al traffico di droga. Assolto anche Luigi Izzo, condanna a tre anni e sei mesi per Orazio Bafumi.
Secondo l’accusa i tre avrebbero stretto un patto con il boss Francesco ‘A Vurzella’ Casillo’ del Piano Napoli di Boscoreale per condurre brillanti operazioni anti-crimine e controllare le piazze di spaccio. Il Pubblico Ministero Ivana Fulco aveva chiesto 15 anni per Gaetano Desiderio e Pasquale Sario e 18 anni per Sandro Acunzo, colpevoli di avere tradito la divisa e lo Stato. Quindici anni fa i tre imputati erano in servizio al neonato nucleo investigativo del Gruppo di Torre Annunziata, reparto creato per fronteggiare una sanguinosa faida di camorra esplosa a Torre Annunziata. Secondo l’accusa il sodalizio criminale sarebbe nato proprio in quel periodo con lo scopo di condurre le suddette attività illecite. Una tesi respinta dal Giudice Iannone che dopo più di tre ore in Camera di Consiglio ha emesso l’attesissima sentenza alle 12.30 e assolto gli imputati.
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Nel corso delle innumerevoli udienze gli avvocati difensori Teresa Sorrentino, Roberto Russo e Antonio Marino hanno puntato i fari sulle innumerevoli contraddizioni del Casillo, testimone chiave del processo, portando all’attenzione del Collegio l’inaffidabilità delle dichiarazioni del boss. Una sentenza positiva ma che - secondo i legali – è un esempio calzante delle criticità del sistema. “Se tre innocenti sono stati assolti dopo tutto questo tempo, è evidente che la giustizia italiana non funziona affatto come dovrebbe. Non si può tenere sospesa la vita di tre uomini per quindici anni”.
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