“Un ospedale focolaio, una struttura pubblica diventata ad uso privato. Non sono bastate le denunce, le invocazioni, gli appelli, le interrogazioni, per mutare uno scenario ai limiti della follia e una sciatteria senza eguali nella gestione del San Leonardo”.

A circa 20 giorni dalla denuncia di un’infermiera che lavorava nell’unità di Crisi Covid-19 del nosocomio stabiese che ha messo tutti in guardia circa il rischio di contagi di massa da coronavirus, e la denuncia in procura, il sindaco di Castellammare di Stabia Gaetano Cimmino ha elencato i numeri dell’emergenza.

Sono 18, infatti, gli operatori sanitari già contagiati, perché privi di dispositivi di protezione adeguati per fronteggiare l’emergenza. Un numero che rischia di essere ancora provvisorio, perché ognuno di loro è diventato potenziale veicolo del virus.

“I nostri eroi – ha spiegato il sindaco stabiese in una nota congiunta con tutti i consiglieri comunali di maggioranza - ogni giorno lottano senza sosta per salvare vite umane ma sono stati lasciati allo sbando. Uno scandalo di portata nazionale. Una gestione scellerata che mette a repentaglio la salute del personale sanitario e di migliaia di famiglie”.

Il sindaco ripercorre le tappe della vicenda a partire dal 20 marzo scorso quando scoppiò “il caso del parto di una donna positiva al Covid”. Soltanto 20 giorni dopo il sindaco ha ricevuto una relazione dalla direzione sanitaria, “evasiva e poco chiara riguardo al rispetto delle procedure adottate per garantire che il parto avvenisse in condizioni di totale sicurezza”. Poi la notizia, giunta il 1 aprile, dei tamponi effettuati d’urgenza a tutto il personale sanitario. “Un caos infinito rispetto al quale noi pretendiamo risposte – ha tuonato il sindaco - tutti i cittadini pretendono risposte. Ormai è chiaro che i nostri medici, i nostri infermieri, i nostri operatori non sono stati salvaguardati. Pensiamo alla vicenda dell’anestesista, che ha continuato a lavorare a venire a contatto con operatori e pazienti, pur avendo sintomi sospetti. Ed anche sulle procedure di isolamento ci arrivano testimonianze inquietanti, come quella dell’infermiere, ultimo in ordine di tempo, contagiato nel reparto di medicina d’urgenza”.

Non sono bastate proteste, denunce e interrogazioni parlamentari (presentata dall’onorevole Pentangelo, ndr): “L’ospedale continua ad essere ad uso e consumo di una gestione dissennata e confusa, mentre gli operatori sono sviliti e abbandonati al loro destino. Noi non arretriamo: chiediamo al Ministro della Salute, ai consiglieri regionali e ai parlamentari di zona di intervenire in fretta. Vogliamo conoscere i responsabili di quello che accade all’interno dell’ospedale San Leonardo e di sapere come è stata gestita l’intera situazione. In gioco c’è l’incolumità di tutti i pazienti, del personale dell’ospedale e di tutti i cittadini. E non possiamo più accettare questa vergogna. Lo dobbiamo agli eroi che hanno sacrificato la loro vita, lo dobbiamo ai cittadini, lo dobbiamo a noi stessi”.

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