I 50mila euro per uccidere Matilde Sorrentino, così come fatto per Andrea Marchese ma anche la sentenza di morte di Umberto Onda nei confronti di Alfredo Gallo. Saranno probabilmente questi i temi che verranno discussi nella prossima udienza del processo per ricostruire l’omicidio di Mamma Coraggio.

Nell’aula 115 della Corte d’Assise di Napoli toccherà ai legali della difesa ascoltare Giuseppe Sentiero e Vincenzo Saurro, i due pentiti che si aggiungono alla lista di quelli che inchiodano Francesco Tamarisco e Alfredo Gallo in qualità di mente e braccio armato per l’assassinio di Matilde Sorrentino.

LA COLPA DI “MATILDE”. Mamma Coraggio aveva avuto il coraggio di sconfiggere quel muro di orrori e omertà del rione Poverelli, denunciando gli abusi che erano a costretti a subire i bimbi che frequentavano la scuola del quartiere. Un assassinio che doveva essere vendicato: di lì a poco infatti “furono uccise altre due persone – ha spiegato Sentiero nel corso dell’ultima udienza, ribadendo anche i loro nomi -. Pasquale il meccanico (Sansone, ndr) e Ciro il tabaccaio (Falanga, ndr). Si diceva fossero coinvolti anche loro in questo giro”.

I DUE OMICIDI. Pasquale Sansone e Ciro Falanga vennero assassinati a distanza di appena 12 ore: erano ritenuti tra i partecipanti alle rete di pedofili svelata dalle indagini ma nel frattempo erano stati rimessi in libertà per decorrenza dei termini di custodia cautelare, nonostante fossero stati condannati rispettivamente a 15 e 13 anni di reclusione. C’era anche una terza persona nel mirino, appartenente alla famiglia dei “quaglia quaglia”. Toccava ai Gionta eliminarlo, ma il clan non riuscì nell’intento. Dettagli che verranno rianalizzati in sede di controesame nella prossima udienza, in programma martedì 3 marzo. Oltre ai due pentiti, verranno ascoltati anche altri testi di polizia giudiziaria.

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