Omicidio Morione, il ras pianificava le rapine mentre era ai domiciliari
A casa di Luigi Di Napoli i summit della banda per organizzare i raid alle pescherie
20-07-2023 | di Rosanna Salvi

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Il curriculum criminale di Luigi Di Napoli, figliastro del boss dei Limelli-Vangone, non lascia dubbi sulla sua pericolosità. Sin dal 2000 ha riportato numerose condonne, entrando e uscendo dal carcere. Era ancora agli arresti domiciliari quando ha pianificato i raid alle pescherie dei fratelli Morione. Non aveva ancora assaporato neanche un minuto di libertà, eppure stava già programmando la prossima azione criminale. Un dettaglio fondamentale che dimostra la totale inclinazione del Di Napoli a commettere reati. Il 12 dicembre 2021 sconta la sua pena e, dopo solo due settimane, ha già un'arma in pugno e la punta contro Giovanni, fratello di Antonio.
All'antivigilia di Natale del 2021 il commando formato da Luigi Di Napoli, Angelo Palumbo, Giuseppe Vangone e Francesco Acunzo entra in azione a Boscoreale. Azioni rapide, spregiudicate e premeditate. I rapinatori sapevano perfettamente come agire, avevano organizzato i raid nei minimi dettagli durante i numerosi summit organizzati in via Sepolcri, nell'abitazione del Di Napoli. Prima l'irruzione alla pescheria di Giovanni Morione e poi, dopo pochi minuti, l'assalto a quella di Antonio. In quella notte di sangue sarà proprio quest'ultimo a pagare il prezzo più alto. Il pescivendolo reagisce alla rapina, squarcia le gomme all'auto dei rapinatori e tenta di metterli in fuga. La pistola nelle mani di Luigi Di Napoli passa all'autore materiale dell'omicidio che spara almeno quattro colpi contro Antonio. Fatale il proiettile alla nuca.
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La morte di Antonio Morione non è sufficiente a fermare la sete di sangue del ras dei Limelli-Vangone. Convinto di farla franca per l'omicidio Morione, Di Napoli inizia già a progettare l'omicidio di un avvocato di Torre Annunziata, tuttora sotto scorta. Una tragedia scongiurata dall'intervento dei Carabinieri che, grazie ad una scrupolosa attività di indagine, erano al corrente del piano diabolico ordito dal ras. Per il tentato omicidio del legale ha incassato una condanna a 13 anni di reclusione. Era già in stato di detenzione quando è stata scattata la misura cautelare in carcere per l'omicidio di Antonio Marione. Secondo i sostituti procuratori Andreana Ambrosino e Giuliana Moccia - che hanno coordinato le indagini sull'omicidio del pescivendolo - questi sono elementi più che sufficienti ad indicare la pericolosità di Di Napoli. Il ras ha dedicato la sua intera esistenza al crimine e i lunghi periodi di detenzione non hanno sortito alcun effetto.
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