Ancora un’interrogazione consiliare sui lavori pubblici di via Lepanto a Pompei. L’opposizione capeggiata da Domenico Di Casola, non si arrende e continua a porre degli interrogativi: con quali criteri sono state selezionate le ditte operanti? Vi è l’autorizzazione paesaggistica?

Queste le domande che verranno poste al sindaco della città mariana Carmine Lo Sapio, al Presidente del Consiglio Comunale Peppe La Marca e al segretario generale Vittorio Marino, al prossimo consiglio comunale. Un’interrogazione che però vede coinvolti anche il Prefetto di Napoli, il Procuratore della Corte dei Conti Campania e l’Anti Corruzione.

In base a quanto riportato sul documento di cui si fa portavoce l’opposizione, i lavori in via Lepanto sono mancanti di autorizzazione paesaggistica anche nella sua variante, e che questa aveva dato autorizzazione e quindi era favorevole alla copertura dei marciapiedi con cubetti in pietra lavica e non con semplici mattonelle come poi è avvenuto. Stando così le cose, nel caso in cui “il Dirigente Marino non sia in grado di produrre gli atti che riguardano l’autorizzazione in toto, l’opera è da ritenersi abusiva’.

Di Casola ha sempre sostenuto che il restyling di via Lepanto fosse stato fatto al risparmio e che mai fossero stati utilizzati i materiali adatti soprattutto per il manto sottostante.

“La modifica dei materiali potrebbe comportare un risparmio a vantaggio dell'impresa di almeno il 60 per cento del costo previsto – sottolinea Di Casola - Ecco perché chiediamo di verificare immediatamente la tipologia dei materiali utilizzati dalla ditta esecutrice dei lavori e se questi stessi vengono effettuati a regola d’arte e con tutte le procedure previste dal capitolato d’appalto”.

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