Una guerra senza quartiere. Sono stati ben 11 gli episodi segnalati dagli inquirenti nella faida tra il clan Gionta e i rivali del Quarto Sistema a Torre Annunziata. Una città messa a ferro e fuoco dallo scorso 20 aprile, quando ci fu il primo raid a risvegliare una guerra forse sopita solo dal lockdown dell’ultimo inverno.
Da una parte c’era il nipote omonimo di Valentino, che aveva ricevuto l’ordine di vendicarsi del raid subito dal genero Giuseppe Carpentieri nel corso del colloquio del 12 aprile. Dall’altra parte Luigi Guida, alias ‘o spagnolo, figlio di Nicola, e personaggio di spicco del clan Gallo-Cavalieri. Malgrado non sia indagato nel procedimento, per gli investigatori erano organici al Quarto Sistema, per alimentare i contrasti a Torre Annunziata.
Il primo episodio è quello degli spari presso una macelleria in via Commercio il 5 aprile. Il proprietario affermò alla polizia di non aver mai ricevuto pressioni. Ma molteplici sono stati gli indizi che hanno portato a pensare che l’azione era per accaparrarsi il provento del pizzo che era riscosso dai Gionta.
Ben più noto è la gambizzazione di un giovane in via Gino Alfani il 2 maggio. In quel giorno Vincenzo Palumbo, all’epoca dei fatti ancora minorenne, fu ferito alla gamba destra, da un colpo d’arma da fuoco esploso da un ignoto in sella a un ciclomotore. Il giovane, che aveva già precedenti di droga, è stato identificato come vicino al Quarto Sistema per la parentela con Vincenzo, alias ‘o gemell, Francesco e Jonathan Falanga.
Si salvò da un raid, invece, un sodale dei Gionta. La mattina del 13 maggio venne ritrovata una bomba carta inesplosa nei pressi di una vettura e diretta a un personaggio della cosca dei valentini. La risposta è arrivata il 2 giugno con colpi d’arma da fuoco esplosi all’isolato 23 del parco Penniniello. Il 13 giugno, invece, volarono dei proiettili verso il quinto, il sesto e il settimo piano per un avvertimento nei confronti di un elemento il organico al clan dei Cavalieri e vicinissimo a Natale Chierillo. Quest’ultimo stretto parente dei sicari del genero di Gionta Giuseppe Carpentieri.
E’ finito nel quadro della lotta anche la gambizzazione di un 17enne del 19 giugno al Parco Penniniello. La vittima riferì di essere stato attinto da un colpo a Boscoreale prima di essere trasportato all’ospedale di Castellammare. Il minore era stato riconosciuto come un elemento dei Gionta. Inoltre poco dopo la polizia ha poi avuto notizia di un raide agli isolati 1 e 21 sempre del Penniniello come spirale di vendetta tra i valentini e i pisielli.
Il giorno successivo è stato ritrovato in corso Garibaldi un uomo a terra che aveva riferito di essere stato investito da un pirata della strada. Dopo si è saputo che la vittima era lo zio di Maria Nasto, suocera di Jonathan Falanga era attivo nel clan dei Tittoni.
Raid intimidatori anche il 25 giugno e il 2 luglio a corso vittorio Emanuele e in via Vittorio Veneto verso persone ritenute ancora vicine ai Gionta. Mentre il 22 dello stesso mese è avvenuta l’esplosione in via Sambuco nello stabile dove risiede Pietro Pallonetto assieme alla madre Maria Bonfini. Entrambi appartenenti al Quarto Sistema. L’ultima risposta il 9 agosto con la gambizzazione di un pluripregiudicato dei Gionta.
Un’escalation culminata, infine, con il tentato omicidio di Michele Guarro dei Gionta e la replica con l’omicidio di Francesco Immobile tra l’11 e il 12 settembre. Provvidenziale poi l’intervento dello Stato che ha messo fine a una guerra che ha tenuto sveglia Torre Annunziata per diversi mesi.
Una guerra senza quartiere. Sono stati ben 11 gli episodi segnalati dagli inquirenti nella faida tra il clan Gionta e i rivali del Quarto Sistema a Torre Annunziata. Una città messa a ferro e fuoco dallo scorso 20 aprile, quando ci fu il primo raid a risvegliare una guerra forse sopita solo d...
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