Scandalo Tangentopoli a Torre Annunziata, spunta un’altra mazzetta
Dopo la busta delle Sette Scogliere, altri 2mila euro per 14mila euro di lavori
24-02-2021 | di Redazione
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Duemila euro per due mandati di pagamento non ancora corrisposti. Quando mancano poche ore al prossimo consiglio comunale, si allarga lo scandalo Tangentopoli a Torre Annunziata. L’arresto di Nunzio Ariano ha rappresentato il primo tassello di un puzzle ancora in corso di ricostruzione dagli inquirenti. Un lavoro, quello della Guardia di Finanza e della Procura di Torre Annunziata, che però ha già permesso di scoprire un quadro allarmante sul “sistema oplontino”.
Gli inquirenti sono al lavoro per identificare “la parte politica” menzionata da Supino, l’imprenditore finito nel vortice dello scandalo, nella sua deposizione.
Quasi 4 mesi prima dell’arresto dell’ingegnere c’è stato un incontro tra Supino, l’imprenditore finito nel vortice dello scandalo, e Ariano. In quell’occasione Supino si lamentava del mancato pagamento dei lavori effettuati nel 2019 alla ditta sua e quella formalmente gestita dal padre. Opere che interessavano alcuni alloggi di proprietà comunale e delle aree interne allo stadio Giraud.
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Determine poi firmate - secondo quanto affermato da Supino - solo a fronte del pagamento di 2mila euro. "Una cosa vergognosa - ha raccontato l’imprenditore napoletano al giudice Lombardi - per firmare due mandati di pagamento da 6 e 8 mila euro si è preso quasi il 20 per cento". Una circostanza emersa nel corso della registrazione effettuata da un dipendente dell’ufficio tecnico comunale. Lo stesso uomo che poi ha denunciato tutto alla Guardia di Finanza, facendo partire le indagini.
Oltre a questo, nell’intercettazione ambientale del 14 dicembre, il sindaco Ascione aveva raccontato ad Ariano di alcune voci su un “consigliere comunale che dice di un imprenditore si vanta di pagare una tangente del 10 per cento all’ufficio tecnico”. La dimostrazione che le voci sul presunto giro di mazzette erano già sulla bocca di tutti.
Nelle motivazioni del Riesame, ora al vaglio della Cassazione, il giudice parla di un “atteggiamento omertoso dei dipendenti dell’ufficio tecnico comunale, direttamente o indirettamente coinvolti nel sistema di corruzione al comune di Torre Annunziata, in ordine al quale si necessitano degli approfondimenti".
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