“Confidiamo in una risposta veloce. Finora i tentativi per essere aggiornati sul caso cisterne sono andati a vuoto. Abbiamo tutti il diritto di sapere”.

Un’interrogazione in consiglio comunale per essere tempestivamente aggiornati sulla situazione legata alle cisterne al porto di Torre Annunziata. L’ha presentata Franco Colletto, consigliere comunale e presidente della IV Commissione ai Lavori Pubblici e Urbanistica. Tante le richieste di informazioni senza risposta, nonostante l’interesse legittimo della Isecold di riattivare i lavori di ampliamento al deposito di idrocarburi.

Una vicenda iniziata nel 2015 con il permesso a costruire rilasciato dal comune di Torre Annunziata. Poi l’inizio dei lavori per la costruzione di altre due cisterne e quattro baie di carico. Vibranti le proteste dei cittadini, preoccupati dalla questione inquinamento ambientale e dalla sicurezza, fino al consiglio comunale monotematico del 2018. In quell’occasione fu approvato all’unanimità un documento in cui ci si impegnava a richiedere al dirigente dell’ufficio tecnico comunale la sospensione dei lavori per verificare eventuali illegittimità. Fu l’ingegnere Nunzio Ariano (allora a capo dell’utc) ad annullare il permesso a costruire, grazie all’articolo 29 del Testo Unico Ambiente che dice: “I provvedimenti di autorizzazione di un progetto adottati senza la verifica di assoggettabilità a VIA (valutazione di impatto ambientale) o senza la VIA, ove prescritte, sono annullabili per violazione di legge”.

L’Isecol corse ai ripari attivando una procedura di verifica di assoggettabilità alla Via. La risposta arrivò il 9 dicembre 2020 con la Regione che escluse il progetto della Isecold dalla verifica di assogettabilità a Via. Il 20 gennaio scorso fu approvato un nuovo documento in cui si impegnavano consiglieri e cittadini a essere informati su ogni procedimento relativo alla Isecold. Poi il silenzio. “Abbiamo bisogno di tenere alta l’attenzione – ha spiegato Colletto -. Noi dal canto nostro stiamo portando avanti quanto già detto nel lontano 2012, quando il consiglio si espresse già in maniera contraria all’ampliamento del sito di stoccaggio. Noi stiamo continuando su questa strada, ma abbiamo bisogno di risposte”.

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