Aspettano la vittima all'interno del bar, armati e con il volto scoperto. Entrano in azione all’ora di pranzo, in una qualunque domenica di novembre. Prima restano appostati all’interno del locale, poi portano a termine il loro piano di sangue. Agiscono senza nascondersi perché sanno di poter contare sull’appoggio di esponenti di spicco della criminalità organizzata locale. Sono protetti dalla forza dell’intimidazione e dal velo di omertà che attanagliano Torre Annunziata. Dai Gallo-Cavalieri al Quarto Sistema. Dietro la loro spregiudicatezza il marchio di fabbrica dei clan oplontini. 

Sono questi i particolari inquietanti che emergono sull’agguato ai danni di Luigi Mancini, 42enne pregiudicato gambizzato il 12 novembre scorso all’esterno del bar ‘L’Angolo del Caffè’. Secondo gli inquirenti il commando armato avrebbe agito con il chiaro intento di uccidere la vittima, scampata per un soffio ad una brutale esecuzione. Ad innescare la spedizione punitiva una lite con il cantante neo melodico Francesco Langella - detto ‘O Ciaciano’ - scoppiata per un telefono. Fu proprio quest’ultimo ad intimare a Mancini di presentarsi al locale, attirando la vittima in una trappola quasi mortale. Secondo la tesi degli investigatori, comprovata dalle immagini di videosorveglianza del bar, sarebbero stati proprio lui e Luigi Guida a sparare materialmente. 

Si chiariscono le zone d'ombra intorno all'agguato dello scorso novembre. Dopo mesi di indagini, scacco al commando armato. Notificato questa mattina dalla Direzione Distrettuale Antimafia il decreto di fermo nei confronti di Francesco Langella, Luigi Guida, Antonio Veropalumbo, Alessio Amarante e Francesco Cherillo. Un provvedimento emesso d’urgenza per il pericolo di fuga.

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