“Anche Massimo Lafranco e Roberto Cuomo sono responsabili del crollo di Rampa Nunziante. Per loro una condanna a 8 anni di reclusione”. E’ la richiesta del sostituto procuratore generale di Napoli Dina Cassaniello dopo circa mezz'ora di discussione, al termine dell’udienza d’appello di questa mattina sulla strage del 7 luglio 2017 a Torre Annunziata.

Entrambi gli imputati furono assolti in primo grado dalle accuse di crollo e omicidio colposo plurimo per la tragedia che provocò la morte di otto persone. Adesso il colpo di scena che rimette tutto in discussione. Anche il pubblico ministero della Procura di Torre Annunziata, Andreana Ambrosino, durante il processo di primo grado chiese 8 anni di reclusione per i due avvocati. Una richiesta che il giudice Francesco Todisco rigettò, confermando solo l’accusa di falso ideologico, reato per cui incassarono una condanna con pena sospesa di un anno e mezzo.

Il sostituto procuratore Dina Cassaniello oltre a chiedere 8 anni di reclusione per Lafranco e Cuomo, ha richiesto la conferma delle condanne in primo grado per tutti gli altri imputati. Al termine del processo che si svolse a Torre Annunziata, furono condannati a 12 anni e 6 mesi Gerardo Velotto, 12 anni per Massimiliano Bonzani, 11 anni per Aniello Manzo, 9 anni e mezzo per Pasquale Cosenza. Rosanna Vitiello e Ilaria Bonifacio, rispettivamente mogli di Massimo Lafranco e Roberto Cuomo, furono condannate a un anno e mezzo. Stessa condanna anche per i mariti che, in primo grado, furono assolti dall’accusa di crollo e omicidio colposo plurimo. Lafranco, coinvolto nel processo per falso, fu accusato di omicidio colposo dopo le dichiarazioni del teste Mario Menichini, ritenuto poi non attendibile dal giudice Todisco. Anche se non effettivo proprietario dell’appartamento (intestato alla moglie, ndr) era di fatto il dominus dell’immobile dove si stavano svolgendo i lavori che determinarono il crollo dell’edificio. Roberto Cuomo invece del palazzo ne era amministratore. Le loro posizioni, circa l’accusa di omicidio colposo, sono rientrate dopo l’istrutturia dibattimentale del 15 dicembre scorso quando il procuratore ha ascoltato i familiari delle vittime. Prossima udienza in programma il 5 febbraio, quando a prendere la parola saranno gli avvocati di parte civile. Successivamente, il 19 febbraio, toccherà agli avvocati difensori degli imputati. Per fine febbraio è attesa quindi la sentenza.

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