Uccise il suo compagno di truffe perché sommerso dai debiti. A processo anche il suo operaio. Rinviato a giudizio Antonio Papa, 44enne imprenditore edile di Torre Annunziata, reo confesso dell’omicidio di Gaetano Ariosto, 49enne di San Giovanni a Teduccio, morto il 3 marzo 2021 in un cantiere di via Rio a Boscotrecase. Assieme a Papa, finirà sotto processo anche Filippo Gallo, pregiudicato di 55 anni, dipendente di Papa, tornato libero pochi mesi prima del delitto, dopo aver scontato una condanna definitiva e coinvolto nell’omicidio dell’imprenditore Raffaele Pastore, vittima innocente di camorra. Pastore, fu ucciso il 23 novembre 1996 per essersi ribellato al pizzo.  

Alla base del folle gesto di Papa, una truffa non riuscita sul “superbonus 110”, ma anche rimborsi di crediti di imposta fasulli. Una doppia operazione da 600mila euro che non andò a buon fine, scatenando la furia omicida, con la sparatoria che ha portato alla morte di Ariosto.

Il delitto fu consumato all'interno di un locale di via Rio, che fino a pochi mesi prima ospitava un minimarket. Dopo aver sparato, Papa gettò la pistola tra le sterpaglie poste lì vicino, poi ritrovate dai carabinieri. L’imprenditore poi si costituì qualche ora dopo fornendo la sua versione dei fatti.

Con diversi precedenti alle spalle, Ariosto è stato ammazzato in quello che sembrava un agguato di camorra. Ritenuto legato agli ambienti del clan Mazzarella e dei Luongo - D'Amico, in contrasto con i Rinaldi, Ariosto è stato ucciso tuttavia per questioni di natura personale. Ariosto era il fratello di Pasquale, uno dei killer dello zainetto, condannato all’ergastolo per l’omicidio di Luigi Mignano, nell’ambito proprio della faida tra i Mazzarella e i Rinaldi.

Il processo, in corso in Corte d'Assise a Napoli, è stato rinviato a maggio per ascoltare i primi testimoni dell'accusa.

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