Torre Annunziata. Mamma Coraggio, il pentito in aula: “Tamarisco decise, doveva morire”
Partito il processo in appello. La rivelazione di Pietro Izzo: “Per questo i Gionta volevano ucciderlo”
12-06-2023 | di Marco De Rosa
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“Tamarisco decise che Matilde Sorrentino doveva essere uccisa. E per questo motivo i Gionta lo volevano morto”. La rivelazione di Pietro Izzo dà il via al processo in appello nei confronti di Francesco Tamarisco, condannato all’ergastolo perché ritenuto il mandante dell’omicidio di Mamma Coraggio, avvenuto il 26 marzo 2004.
Matilde, con le sue denunce svelò l'orrore della pedofilia nel rione Poverelli di Torre Annunziata. A ucciderla fu Alfredo Gallo, già condannato all'ergastolo in via definitiva, uno che era appena uscito dal carcere per aver scontato una condanna per l'omicidio di un innocente. Secondo l'accusa, Tamarisco avrebbe garantito a Gallo un vitalizio in carcere da 500 euro al mese in cambio del silenzio. Nel frattempo, il potente narcotrafficante avrebbe versato circa 50mila euro tra l'ingaggio e l'acquisto di una costosa auto con la quale la famiglia avrebbe potuto raggiungere il carcere per le visite al killer detenuto. Una ricostruzione, operata dai carabinieri del nucleo investigativo di Torre Annunziata coordinati dalla Procura oplontina, che in primo grado ha convinto i giudici della Corte d'Assise di Napoli, che hanno condannato Tamarisco al carcere a vita.
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Pietro Izzo è l'ultimo collaboratore di giustizia che, dopo il pentimento, sta svelando le dinamiche della potente cosca di camorra di Torre Annunziata, nella quale in passato ha ricoperto anche un ruolo di vertice, prima di rischiare a sua volta la vita per un regolamento di conti interno.
Decine sono stati i collaboratori di giustizia ascoltati nel corso del complesso dibattimento che hanno offerto in maniera precisa, seppure de relato, la stessa versione dei fatti. Una versione ora al vaglio dei giudici della Corte d'Assise d'Appello di Napoli, che avranno modo di rivalutare le tante prove fornite dall'accusa e confrontarle con le tesi difensive di Tamarisco, che ha sempre negato di essersi macchiato dell'efferato omicidio di una donna, violando uno dei codici non scritti della camorra.
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