Morte di Anna Verso, una perizia per smontare le tesi della Procura ed evitare l’archiviazione.

I legali della donna di Torre Annunziata morta lo scorso 18 febbraio 2019 all’ospedale di Boscotrecase passano all’attacco, decisi a far luce sulla vicenda che ha sconvolto un’intera comunità. Ben tre pareri presentati dalla Procura della Repubblica di Torre Annunziata, che però non avrebbero risposto a 4 quesiti fondamentali, utili per stabilire cosa sia accaduto alla donna e cosa ha portato alla sua morte.

IL FATTO. Anna Verso fu ricoverata per dei problemi di natura cardiovascolare. Ebbe un peggioramento improvviso che portò alla morte in poco tempo. Alla notizia del decesso, si scatenò la follia dei parenti della vittima, dapprima sulle attrezzature del reparto sito al secondo piano della struttura; poi con aggressioni verbali e fisiche al personale. Per sedare la rabbia dei parenti intervennero circa una dozzina tra polizia e carabinieri. Solo dopo un paio d’ore la situazione ritornò alla normalità. Gli stessi familiari denunciarono presunte inefficienze delle cure offerte alla vittima. Anche alcuni membri della famiglia vennero denunciati: 4 persone, tra le quali anche i due figli della vittima e il marito che danneggiarono l’ospedale di Boscotrecase.

A settembre il primo colpo di scena con il giudice Anzalone che aveva ordinato al pm Prisco un supplemento di indagini. Tutto ciò in seguito alla richiesta da parte della famiglia della vittima, i cui interessi sono curati dall’avvocato Mauro Porcelli, di una nuova perizia che mostrerebbe alcuni deficit da parte dei medici che hanno visitato la donna nel corso dei due ricoveri.

Ora il giudice avrà il compito di fissare una nuova udienza nel 2021 nella quale deciderà per l’imputazione coatta o per l’archiviazione.

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