Torre Annunziata. Processo Rampa Nunziante bis: tocca ai testimoni
Nella prossima udienza saranno ascoltati Giovanni De Felice, Imma Duraccio e Attilio Cuccurullo
16-10-2023 | di Marco De Rosa
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Processo Rampa Nunziante, la parola passa ai testimoni del crollo. A metà dicembre è in programma la prossima udienza per assicurare alla giustizia i responsabili della tragedia che sconvolse Torre Annunziata e che costò la vita a 8 persone, tra le quali due bambini.
Già da questa mattina i familiari hanno apposto uno striscione che ricorda i loro cari purtroppo scomparsi. La Corte d’Appello ha convocato a deporre i coniugi Imma Duraccio e Giovanni De Felice, rispettivamente sorella e cognato di Anna Duraccio. Oltre a questi, sarà chiamato a testimoniare anche Attilio Cuccurullo, fratello di Giacomo.
LA SENTENZA DI PRIMO GRADO. Il primo verdetto è stato raggiunto il 21 luglio 2021, con la sentenza in primo grado emessa dal tribunale di Torre Annunziata secondo cui sono quattro i responsabili del crollo. Si tratta di Gerardo Velotto, proprietario dell’appartamento al secondo piano e committente, gli architetti Massimiliano Bonzani e Aniello Manzo ritenuti di fatto i direttori dei lavori e Pasquale Cosenza, l’operaio che ha eseguito materialmente gli interventi. Le accuse di crollo e omicidio colposo erano contestate anche a due avvocati penalisti, ma il giudice ritenne di disporre un’assoluzione: i due legali, Roberto Cuomo e Massimiliano Lafranco, sono stati però condannati in primo grado a un anno e due mesi di reclusione (pena sospesa) a testa per il reato di falso. Cuomo, in particolare, era l’amministratore del condominio mentre Lafranco era il proprietario di fatto dell’appartamento dove vennero effettuati i lavori. Pena sospesa anche per Rosanna Vitiello (un anno), Ilaria Bonifacio (un anno), Marco Chiocchetti (un anno e ammenda di seimila euro) e Mario Cirillo (un anno e ammenda di seimila euro).
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I giudici della Corte d’Appello hanno precisato che non saranno nominati altri periti e che saranno accolte tutte le prove acquisite in fase dibattimentale nel corso del processo in primo grado. Si dovrà quindi attendere ancora qualche mese per chiarire le cause di un crollo che ha scosso l’intera comunità e che ancora oggi ricorda quel terribile 7 luglio 2017 con commozione.
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